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Teatro e Tecnologia | Teatro on line

1/17/2018

 
Foto The CIVIL warS | Frammento | Robert Wilson,
Attualmente si prospettano nuove frontiere per un "nuovo" teatro on line. L’idea di una performatività deterritorializzata, estesa a vari canali permette di sperimentare i diversi luoghi, anche immateriali, della comunicazione e delle diverse modalità di partecipazione da parte dello spettatore - pubblico. Ne emergono opere nuove, eventi globali chiamati Hyperdrama o Virtual Drama. In realtà non nuovissime, perché già a partire dagli anni Ottanta, le nuove frontiere della tecnologia andavano sviluppandosi e ancorandosi a teatro, segnando, oggi, il passo verso un’ulteriore fase dell’estetica teatrale e del rapporto con il pubblico. Pubblico che si ritrova oggi, non solo ad attivare i sensi in un eccesso percettivo fra corpi in scena e sullo schermo, suoni dal vivo e campionati, ma anche ad agire direttamente sullo spettacolo, ri-portando il teatro, con nuovi mezzi e nuovi modi, alla sua irriducibile qualità relazionale. Andare a teatro o partecipare ad un evento teatrale, rappresenta ancora un appuntamento, anche se a distanza, fra attori e spettatori.

Emblematico, il già citato The CIVIL warS: a tree is best measured when it is down di Robert Wilson, kolossal multimediale ideato per le Olimpiadi di Los Angeles del 1984 in cui l’utopia di opera totale si traduceva in una composizione seriale di lirica, danza, cinema, pittura da dilatare in cinque paesi diversi in sintonia temporale, attraverso la diretta televisiva via satellite. Progetto realizzato solo parzialmente, ma decisamente avveniristico per i tempi.

FotoHamnet | Hamnet Players, 1993
​* Telenoia di Roy Ascott del 1992, é una performance mondiale durata 24 ore. Attraverso tutte le tecnologie della comunicazione dell’epoca: bbs, fax, videofono, teletext, metteva in coonessione artisti che si scambiavano poesia, musica e immagini. un anno dopo fece seguito La lunga notte, concerto radiofonico in simultanea interattiva ideato da Roberto Paci Dalò-Giardini Pensili. ​

* Hamnet del 1993 degli Hamnet Players, è la prima performance realizzata via Internet. Fedeli al concetto di teatro, le opere dei Hamnet Players vengo presentate in tempo reale con artisti dal vivo e pubblico, con tutte le opportunità di genio spontaneo e disastro imminente che "la diretta" comporta. Il debutto di Hamnet ad esempio è stato bloccato da un temporale che ha interrotto l'accesso online dei produttori. La seconda esibizione, invece, è stata animata da un "bot" che ha ucciso accidentalmente Hamlet a metà della produzione. La tecnica, con cui le opere degli Hamlet Players vengono realizzate, si basa sull'uso del software Internet Relay Chat (irc) e dei link mondiali. Ogni riga dello script completo è numerata in sequenza. Dopo il casting, gli attori ricevono le loro battute via e-mail e non è consentita alcuna prova. Quindi, nessuno, a parte il team di produzione, conosce la sceneggiatura completa finché non si sviluppa sulla rete. Gli artisti che distribuivano le loro linee tramite tastiera, hanno trovato il modo non solo di suggerire emozioni teatrali, ma di adattare (anche migliorare) le loro linee.

FotoClicking for Godot | DeskTop Theatre, 1997
​​* Clicking for Godot dei DeskTop Theatre del 1997 è un esempio di digital puppet theatre. Presentato al Digital Story Telling Festival, Waiting for Go.com è uno spettacolo di teatro on line che usa le chat room e gli utenti collegati in quel momento, come personaggi. Icone grafiche rappresentano non solo Didi e Gogo - Estragone e Vladimiro - ma anche personaggi improbabili come Mister Muscle, che appaiono ogni qual volta entra in chat un nuovo utente. Il pubblico, oltre gli spettatori on line, si formava dagli spettatori reali del festival grazie alle video-proiezioni. 
​
* Connessione remota, del 2001 di Giacomo Verde è uno dei primi esperimenti italiani di Webcam Theatre, andato contemporaneamente in scena e in diretta web dal Museo Pecci di Prato. Qui, gli spettatori in connessione remota potevano assistere alla performance dal web, incontrarsi in rete, chattare tra loro, dialogare e scrivere in tempo reale col performer. Le oper’azioni di Verde, come scrive Anna Monteverdi in Il Tecnoteatro di Giacomo Verde, sono da sempre variazioni in low tech sul tema della necessità di un uso politico dei mezzi tecnologici. “Nelle opere interattive, afferma Verde, il vero soggetto è il comportamento dei fruitori, e la grafica è solo l’interfaccia necessaria a suggerire i possibili diversi comportamenti di creazione, esplorazione o comunicazione, che sono il vero cuore dell’opera”. Tematiche sviluppate anche, in Cercando utopie: contagio del 2005. La performance nasce dalla condivisione dell'Etica Hacker per cui l'informazione deve essere a disposizione di tutti e i saperi devono essere condivisi. Ogni replica quindi, era preceduta da momenti di laboratorio in modo da "preparare" alcuni spettatori a diventare i performer. Ognuno di loro diventava così un "replicatore contagiante" della performance, a cui si affidavano le informazioni e i software necessari al contagio.

FotoElectronic Disturbance Theater
* La rete intesa anche come potenziale teatro della protesta e della nuova disobbedienza civile, come luogo di un nuovo rekombinant e tactical theatre, sono assunti che stanno alla base del pensiero del collettivo statunitense Critical Art Ensemble e dell’Electronic Disturbance Theatre di Ricardo Dominguez. Punti di riferimento della comunità artistica digitale mondiale, si ispirano per le loro oper’azioni performative al Living theatre e al movimento situazionista. Le loro azioni - sit in virtuali, scioperi della rete -  rientrano nell’ambito del cosiddetto hacktivism, etichetta usata per definire pratiche di attivismo, sabotaggio e controinformazione attraverso le nuove tecnologie.


gb


Telnoia | Roy Ascott, 1992
Giacomo Verde | Accademia di Brera, 2011 | Parte seconda
Giacomo Verde | Accademia di Brera, 2011 | Parte prima

    Autore

    Giovanni Bertuccio

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Magazine d'Arte e Cultura. Teatro e Danza. Queer

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Testata giornalistica registrata al Tribunale di Torino n. 439 del 07 novembre 2016
Direttore Giovanni Bertuccio



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