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REAGIRE AL MONDO
L'arte ha avuto a lungo per emblema l'occhio e il suo potere, dopo le guerre non è più la vista, il più intellettuale dei sensi, e appagarla non è nelle preoccupazioni degli artisti. Sarebbe la nausea a renderli lucidi e nella loro arte importante sarà il disapprendimento di quel disgusto pazientemente inculcato.
Se la lontananza dalla società era la caratteristica principale dell'Art brut, l'arte del corpo si proietta totalmente verso l'esterno. Il suo bersaglio diviene la società con i suoi finti valori, falsi profeti e infiniti tabù, facendo dell'arte il mezzo privilegiato per un ritorno all'ordine.
ARTE COME FETICCIO
Nel corso degli anni Sessanta le posizioni degli Aktionisten presentano strutture simili. Nei primi anni gli artisti si liberano di un concetto di arte tradizionale sentito come vuoto, e in una fase intermedia sperimentano la costruzione di un vocabolario performativo. Alla superficie figurativa gli Aktionisten muovevano la critica di essere un feticcio artistico a fondamento di una cultura della rappresentazione rigorosamente canonizzata.
SPERIMENTAZIONE
Analogamente al gruppo giapponese Gutai, anche ai Wiener Aktionisten riesce di ampliare, in modi espressivo-strutturali e rapportati al corpo, l'astrazione gestuale di Pollock (che già andava al di là della superficie figurativa), inserendola in uno spazio performativo, modificando il concetto di arte.
Questo mutamento di paradigma, dall'immagine all'azione corporea, tra il 1963 e il 1967 osserva una fase sperimentale di sviluppo di testi-immagine e forme d'azione individuale. Soprattutto in questo periodo, lo “sguardo chirurgico” dell'obbiettivo fotografico - come osservò Walter Benjamin - fu impiegato come mezzo di controllo nello sviluppo delle strutture dei differenti linguaggi artistici. La cosiddetta “fotografia inscenata del Wiener Aktionismus” condusse ad affascinanti invenzioni figurative che ancora oggi influenzano le icone del dialogo tra arte figurativa, performance e fotografia.
AGITAZIONE
Muovendo da questa rivolta, al principio degli anni Settanta gli Aktionisten danno forma definitiva a posizioni del tutto originali. In questa fase, conclusiva e di integrazione, attorno al 1970, gli artisti raggiungono posizioni pienamente mature e un concetto di arte intensamente ampliato con fondamento performativo.
A partire da Fuoco Fatuo, Gunter Brus si muove in uno spazio soggettivo le cui forme dinamiche sono improntate al dialogo testo-immagine. Nelle cosiddette Bilddichtungen (Poesie-immagini), progetta ambientazioni drammatiche all'interno di un fantasmagorico spazio concettuale individuale, in cui la sua fantasia si effonde nel linguaggio e nell'immagine con illimitata libertà. Hermann Nitsch amplia in passi concentrici la sua opera d'arte totale costituita dal Teatro di Orge e Misteri in una, come egli la definisce, Festa esistenziale della durata di sei giorni. E Otto Muehl, il “mago della risata tragica”, inizia con un'opera figurativa, edonisticamente straripante, la cui involontaria libertà formale può essere rieseguita soprattutto sullo sfondo della già citata società alternativa della Aktions-Analystische Kommune (Comunità di analisi dell'azione) da lui elaborata.
Fonti
1 H. Klocker, Wiener Aktionismus, Wien, 1960-1971, in Genio e follia, 2009
2 Cfr. D. Riout, in Ai confini con il teatro, 2002
gb
Approfondimenti
QUEER E ARTE
rito | DISGRUSTO E CATARSI
Negli anni tra il 1960 e il 1964 Nitsch crea una sorprendente opera pittorica, per poi concentrarsi gradualmente allo sviluppo del Teatro di Orge e Misteri. Dall'automatismo gestuale della pittura astratta, l'artista elaborerà il suo linguaggio simbolico e materiale con al centro l'azione di lacerazione, simbolo del ritrovato istinto.
Già nel suo Primo gioco di abreazione (1961) Nitsch metteva chiaramente in rilievo il meccanismo terapeutico centrale della sua concezione artistica, riducendo, nelle sue opere, il linguaggio al grido e il gioco ad un processo di astrazione. Al centro di questa esperienza vissuta si trova il culmine orgiastico, l'eccesso fondamentale, che Nitsch assume a motivazione originaria di tutta l'arte.
Riconoscendo all'Arte, e al palcoscenico, una forte motivazione sociale immagina il Teatro di Orgie e Misteri come un'ulteriore evoluzione del dramma già inscenato nelle azioni. Cosi, spingendosi oltre, fa del rituale drammatico un meccanismo utile a far emergere energie rimosse, profonde. Un lavorare dinamicamente con i meccanismi psichici degli spettatori per renderli più consapevoli.
inconscio | teatro di orge e misteri
Il Teatro di Orge e Misteri (Das Orgien Mysterien Theater), opera d'arte totale che dal 1971 ha sede nel suo castello di Prinzerdorf in Austria, viene rappresentato mettendo in scena azioni che prevedono performance estreme e sanguinose. Sacrifici animali, onanismo, orge e violenza sono esposte con lo scopo di rafforzare gli spettatori, che prendendo parte personalmente alle azioni si avvicineranno ai misteri della vita e della morte.
Nitsch cerca di insinuarsi nel subconscio del singolo attraverso giochi rituali, incitando il pubblico a squartare bestie da soma, a tirarne fuori le viscere e a calpestarle. A imbrattare di sangue persone crocifisse e a partecipare a riti liturgici e sacri. Questi gesti portano il singolo ad entrare in contatto con il proprio essere animale più profondo e istintivo, e quindi a toccare gli ambiti più bui e nascosti del proprio essere, normalmente repressi dalla società.
Costretti a vivere, così, una totale disinibizione degli impulsi animali, i partecipanti sperimentano le potenzialità della violenza e della distruzione, innate nella natura umana. La decadenza radicale, poi, verso la sessualità ha come risultato una reazione catartica, permettendo, nel migliore dei casi, l'ascesa spirituale.
ripresa dei culti antichi
Un onnicomprensivo drammatico collage di esperienze in cui scandagliare, esperire e riconoscere gli strati profondi della coscienza e le creazioni collettive.
Riallacciandosi alle feste delfiche o al culto di Cibele, la rappresentazione comincia il primo giorno al sorgere del sole con la citazione del taurobolio - l'uccisione rituale di un toro - e nei giorni successivi mette in scena una minuziosa struttura di azioni scandita da una successione armonica di fasi di movimento e fasi di quiete.
Questa struttura democratica della rappresentazione e dei movimenti degli osservatori caratterizza l'intero svolgimento dello spettacolo. I protagonisti si trovano coinvolti in orge che hanno luogo secondo variazioni continue, mentre i partecipanti possono muoversi liberamente. Motivati, caso per caso, a partecipare ai percorsi, gli spettatori possono prendervi parte o passeggiare liberamente osservando.
Fonti
1. H. Nitsch, programma distribuito agli invitati il 28 giugno 1963, cit. in L. Peyri, 2009
2. H. Klocker, Wiener Aktionismus, Wien, 1960-1971, in Genio e follia, 20093. M. Merleau-Ponty, L'occhio e lo spirito, SE, Milano 1989
4. www.museonitsch.org/it/testi_critici
gb
ApprofondiMENTI
QUEER E ARTE
Autore
Giovanni Bertuccio
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