Origini
Arte
ArchetipoÈ con la psicologia analitica di Jung che il concetto di archetipo trova una giustificazione psichica con ciò che si definisce inconscio collettivo. Una mente impersonale comune a tutti gli uomini. La psiche contiene le immagini da cui i miti nascono, e quando l'inconscio le rende visibili, a queste si da il nome di archetipi. |
La grande MadreOgni civiltà, sin dagli albori, ha conosciuto il culto di una Dea Madre. La signora onnipotente della natura che governa il ciclo di nascita, morte e rigenerazione di tutti gli esseri viventi. L’immagine della Grande Madre ha attraversato la storia dell'arte con molteplici identità, cambiando nomi e attributi, senza mai estinguersi del tutto. L'arte è impregnata di queste immagini che, tradotte in simboli dagli artisti di ieri e di oggi, fungono da testimoni dell’invisibile. |
Il Sesso sacroNella società sumero-babilonese, vi erano varie tipologie di donne, che insieme formavano una sorta di gerarchica legata al sesso sacro. Al vertice, le sacerdotesse a vita, chiamate Entu. Appena più in basso, le Naditu, donne aristocratiche. Subito dopo le Qadishtu, servitrici al tempio, ed infine le Ishtaritu, specializzate nelle arti. |
simboli #1La Dea Madre è stata la prima divinità e il suo simbolismo è una caratteristica predominante nei reperti archeologici del mondo antico: dalle Veneri alle immagini stilizzate nel Paleolitico e non solo. Il suo 'culto' si concentrò dapprima sul mistero della nascita, mettendo in risalto le funzioni materne della donna, come rivelano gli attributi esagerati. |
una e trinaLa forma femminile, rifletteva la centralità delle donne nelle culture antiche. Le immagini della Dea, esprimevano i tratti salienti dei cicli naturali: la nascita, la morte e la rigenerazione. Questi erano associati alle tre fasi della Luna e le dee lunari anche se molteplici, in realtà sono sempre Una. Una e trina a formare l'originaria triade 'sacra'. I loro attributi e le loro caratteristiche variano pochissimo, infatti, di civiltà in civiltà e rappresentano sempre l'ideale della Grande Madre che regna suprema insieme a suo figlio, che ne è anche il suo amante. |
simboli #2Uno dei simboli più antichi che prefigura l'archetipo della Grande Madre è quello dell'uroboro. Il serpente che si morde la coda, che divorandosi rigenerandosi forma un ciclo continuo di nascita, morte e rinascita. E' uno dei simboli più noti di quella perduta unità con il tutto che è il ricordo dell'utero materno. Anche l'uva e il vino sono simboli del ciclo vitale. |
mesopotamia
Nella mitologia sumera, come osserva Langdon, “emerge una classe divina in cui predominava l'elemento femminile". Nammu venerata originariamente come Dea della creazione era considerata la dea dell'acqua, che nutre la vita rendendo la terra fertile. Nammu crea il paradiso e la terra e, unendosi con il figlio Enki, come altrove, crea gli uomini. |
veneri preistoricheDotate di un sorprendente realismo, le Veneri sono delle statuette raffigurano donne nude con gli attributi femminili molto pronunciati. Ritrovate in siti lontanissimi, dall'Europa del nord fino alla Russia, dalla Repubblica Ceca fino in Siberia, queste statuette, con datazioni che oscillano dai 35.000 agli 11.000 anni fa, oltre a confermare il loro uso presso gli uomini preistorici, attestano che le Veneri sono state eseguite tutte dall'Homo sapiens. Che, una volta in Europa e incontrando l'Uomo di Neanderthal, ne eredita il gusto per l'arte. |
iranConsiderata una delle divinità elamite più importanti dai ricercatori, Kiririsha era già venerata nel periodo protoelamita come “madre degli dei”. Anche dopo la fine della potenza elamita, il suo culto continuò. Chiamata Pinikir prima e dopo assimilata ad Anahita, come Dea delle sorgenti era capace di distruzione e rigenerazione. |
egittoCitata una settantina di volte nei Testi delle Piramidi e nei Testi dei Sarcofagi, Iside è una delle Grandi Madri. E' la Dea della vita, della guarigione, della fertilità e della magia. Fu lei ad insegnare alle donne egiziane a coltivare la terra. Iside rappresenta, anche, la ricerca dell'anima gemella, l'uso consapevole del potere femminile, dell'amore e del misticismo. |
pitture rupestriQuando, alla metà del XIX secolo furono scoperti, la straordinaria qualità ha lasciato increduli gli stessi scopritori. Le figure animali, disposte in ampie scene, tracciate con una padronanza paragonabile a quella dei grandi artisti del Novecento, prendevano corpo grazie al sapiente uso dei colori e delle sporgenze rocciose, con fughe prospettiche e non poco dinamismo. Recentemente e grazie all'emergere di nuove scoperte, se ne è compresa l'importanza per una maggiore comprensione della cultura e delle credenze dei primi uomini. |
miceneVenerata come sovrana degli alberi e delle montagne e signora delle bestie feroci, Potnia Theron rappresenta, insieme al suo giovane compagno, il principio vitale della natura. Simboleggia il femminile assoluto e in quanto dispensatrice di vita, si “autogenera” rimanendo sempre vergine. Dea dei serpenti, esprime anche qualcosa di funereo stringendo i due serpenti. |
etruriaUni è la Grande Dea degli Etruschi. Dea della nascita e dell'amore, era venerata fin da tempi molto antichi dai Sabini, degli Umbri, dai Latini dell'Italia centrale e degli Oschi dell'Italia centro-meridionale. Il nome Uni significa "Colei che dà", in riferimento al suo essere sia Madre gentile, sia di colei che riceve ed esaudisce le preghiere. Uni vegliava e proteggeva le donne e tutte le città erano sotto la sua protezione. |
ritrovare il sensoL’arte rupestre ci appare oggi come un linguaggio fondamentalmente simbolico e in quei contesti entrava in gioco l'esperienza del “sacro”. La discesa sotterranea di uomini e donne, anche bambini - attestata da impronte e orme - suggerisce che li si svolgessero dei riti d’iniziazione. Tutto, inoltre, porta a considerare che, di sua natura, l’arte preistorica tende ad esprimere un’essenzialità tanto evidente quanto antica, e che offre “sorprese” straordinarie riguardo le espressioni simboliche a livello planetario. |
feniciaConosciuta già dal II millennio ’Ashtart è la Dea Madre comune a tutte le nazioni semitiche. Il carattere di madre e di sposa comprendeva, come in altre regioni, la prostituzione sacra, e questo provocò, lo sdegno e da parte dei cristiani. Prendendone però, nomi e attributi per costruire una dea Madre cristiana al di fuori della triade sacra e tutta maschile. |
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