strada
Editoriale
Da sempre la Strada è stata fonte di ispirazione. Arte, Musica, Letteratura, Danza, Teatro, Moda, Cinema, per citarne solo alcuni, non hanno mai celato una relazione costante e nevrotica con le strade, esaltandole spesso a muse ispiratrici. Per i loro colori e le loro luci, per gli odori che regalano all'olfatto, per le ambientazioni sonore che, mischiate, concedono qualcosa di nuovo alle nostre orecchie. Tutto è caos e dunque ispirazione. Di giorno e di notte. Perché la strada, le città, sono ambivalenti come l'uomo. E per la loro doppia natura nascondono, ma non troppo, contrasti, conflitti, gioie ed euforie. Dalla placidità di un corteo funebre, al vitalismo delle manifestazioni giovanili.
Eros e Thanathos convivono in ogni strada e come nell'uomo e nella vita, comportano un percorso, un viaggio, un pellegrinaggio. Qualunque sia il significato che si concede alle strade, questo presuppone, sempre e a priori, la conoscenza. Del nuovo, del diverso, del nascosto, di ciò che ancora non conosciamo. Di quello che cerchiamo e di ciò che sappiamo poter trovare. La strada è un confronto, con gli altri e con noi stessi, nel momento in cui ci "svela" le nostre paure, i nostri pregiudizi, le nostre piccolezze, le nostre mancate scelte, non ultime le nostre fobie. La strada è uno specchio, della società, del passato e del futuro. Archivio stratificato fatto di terra e sangue, la strada è sempre, in bene e in male, un luogo di socializzazione e relazione. Di scambio.
E per tutto questo e molto altro, Art is present dedica alla strada, questo nuovo "primo numero". Tornare alla strada vuol dire ri-tornare all'origine in qualche modo, alla semplicità del vedere e del fare. Alla curiosa intelligenza che aiuta a crescere e quindi capire. Un inno alla strada per non dimenticare il potere dell'arte e di come questo agisce sull'uomo.
Ricordarsi la serietà dell'arte, che non è seriosità museale o teatrale o istituzionalizzazione. Ma piuttosto comunicazione, esternazione di forti contrasti interni che per necessità devono mostrarsi. Resta fondamentale la relazione, la sorpresa, la connessione di idee che l'arte produce. La catarsi, infine per chi la vive. L'artista di strada muove da un forte disagio originario, comunicare a più livelli e con vari registi, una condizione esistenziale conduce ad una coscienza collettiva. E la condivisione, lo scambio, hanno sempre salvato l'uomo.
Torniamo nelle strade e lasciamo a casa le infrastrutture!
Eros e Thanathos convivono in ogni strada e come nell'uomo e nella vita, comportano un percorso, un viaggio, un pellegrinaggio. Qualunque sia il significato che si concede alle strade, questo presuppone, sempre e a priori, la conoscenza. Del nuovo, del diverso, del nascosto, di ciò che ancora non conosciamo. Di quello che cerchiamo e di ciò che sappiamo poter trovare. La strada è un confronto, con gli altri e con noi stessi, nel momento in cui ci "svela" le nostre paure, i nostri pregiudizi, le nostre piccolezze, le nostre mancate scelte, non ultime le nostre fobie. La strada è uno specchio, della società, del passato e del futuro. Archivio stratificato fatto di terra e sangue, la strada è sempre, in bene e in male, un luogo di socializzazione e relazione. Di scambio.
E per tutto questo e molto altro, Art is present dedica alla strada, questo nuovo "primo numero". Tornare alla strada vuol dire ri-tornare all'origine in qualche modo, alla semplicità del vedere e del fare. Alla curiosa intelligenza che aiuta a crescere e quindi capire. Un inno alla strada per non dimenticare il potere dell'arte e di come questo agisce sull'uomo.
Ricordarsi la serietà dell'arte, che non è seriosità museale o teatrale o istituzionalizzazione. Ma piuttosto comunicazione, esternazione di forti contrasti interni che per necessità devono mostrarsi. Resta fondamentale la relazione, la sorpresa, la connessione di idee che l'arte produce. La catarsi, infine per chi la vive. L'artista di strada muove da un forte disagio originario, comunicare a più livelli e con vari registi, una condizione esistenziale conduce ad una coscienza collettiva. E la condivisione, lo scambio, hanno sempre salvato l'uomo.
Torniamo nelle strade e lasciamo a casa le infrastrutture!
gb
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