Secondo episodio della ricerca coreografica di Nicola Galli dedicata al sistema planetario, VENUS presenta una serie di esercizi - distanti dall'immaginario contemporaneo ma allo stesso tempo rigorosissimi - tratti dal repertorio ballettistico e ginnico, che tracciano nello spazio, attraverso i danzatori, vettori e morbide linee. Un alfabeto di gesti attraverso cui si tesse un disegno sinuoso e curviforme, alla ricerca di una possibile quiete. Sarà la leggerezza di un flusso d'acqua a rompere l’apparente armonia, concedendo ai corpi una sorta di sinuosità nostalgica. E nella nostalgia del pianeta Terra, ricordi di spensieratezza. INTERVISTA Come si col-legano sfere che cadono, acqua e la danza rituale con Venere? VENUS è una creazione ermetica, fredda, che esplora senza contrasti la figura geometrica del cerchio attraverso l'esercizio. All'interno di questo sistema alcuni elementi sfuggono in questa linearità, come la sfera che rotola sulla scena o il deflusso d'acqua che cadendo sulla superficie bianca si sparge intorno. Questa intrusione senza controllo nel disegno formale termina nel movimento che perde armonia e nitidezza: si innesca così un vortice ellittico alimentato dal suono dei tamburi dove il corpo coglie una vibrazione primordiale, una rivolta vertebrale. Il Corpo significante. Ovviamente mezzo ma non solo corpo, Che posto occupa l'uomo all'interno delle tue creazioni? Percepisco la scena come un luogo paritario, dove la luce e il suono hanno la stessa materialità di un corpo umano. L'amore per le proporzioni e la geometria creano una scena a misura d'uomo dove lo spazio diventa abitabile e fluido, plasmato dagli elementi che vi accedono. L'uomo è ospite di questo sistema, pioniere e preda; i danzatori stessi sono chiamati a scoprire questo territorio sconosciuto. Salvarsi da questa selva significa svestirsi della centralità soggettiva per incoronarsi porzione, a volte margine, di qualcosa di più grande. I capelli. Fare, in Jupiter, dis-fare, in Venus, la treccia è metafora di..? Il simbolo dell'intreccio, presente in JUPITER AND BEYOND e in VENUS, implica un'abilità manuale, una duttilità che l'uomo ha appreso. Questo elemento nasce da un passaggio del romanzo "La sentinella" di Arthur C. Clarke (testo ispiratore per il film "2001: Odissea nello spazio" di S. Kubrick) che ho letto durante la fase iniziale di ricerca: una scimmia, di fronte alla vibrazione del monolite di cristallo lucente, raccolse un sottile filo d'erba e con dita goffe creò un nodo, il primo nodo creato nella storia dell'uomo. Quest'immagine mi colpì profondamente e unita alla lunga chioma di Alessandra Fabbri, danzatrice in entrambe le creazioni, ha dato vita a questi elementi scenici: la treccia di capelli, il filo di canapa ludicamente intrecciato, la manipolazione del solido bianco irregolare. gb |
AutoreGiovanni Bertuccio Archivi
Gennaio 2022
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