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Tecnologia e Teatro | Teatro e Virtuale

10/24/2017

 
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​Negli ultimi trent’anni i dispositivi multimediali sono entrati nel mondo del teatro e dello spettacolo integrandone i linguaggi e abituandoci a stili, poetiche e arti che della contaminazione hanno fatto il proprio codice estetico.

L’idea di utilizzare una tecnologia extra-teatrale per potenziare la macchina scenica precede l’invenzione del video, ovviamente, e va indietro fino ad arrivare agli albori del cinema. Con la sviluppo della settima arte, il teatro subisce una duplice trasformazione: da una parte gli attori teatrali interiorizzano le innovazioni linguistiche del cinema, soprattutto le scansioni e i salti temporali del montaggio, all’interno della loro scrittura, pensiamo ai testi di Miller o Beckett; dall’altra, si inizia pensare all’integrazione dell’immagine cinematografica già nella costruzione del testo stesso, come provarono a fare, ponendosi come precursori, i Futuristi.

Ma per cogliere al meglio come il teatro si è integrato con i linguaggi multimediali, è necessario spostare l'interesse nell’ambito dell’evento piuttosto che della sua riproduzione. Infatti, teatro, cinema e video, traggono i propri significati proprio a partire dalla rappresentazione di azioni. La messa in scena, di qualsiasi genere sia, pone all'interno dello spettacolo, momenti locutori - ovvero quanto viene detto, o il senso potenziale prodotto dal testo - e momenti illocutori, le azioni cioè, che si compiono esprimendo qualcosa: promessa, minaccia, aspirazioni.

Foto E.V.A. | Herivelton Nunes, 2011
Il multimediale opera allo stesso modo: rappresenta con azioni. Solo che le rappresentazioni digitali esasperano la separazione dal reale fino ad una totale autoreferenzialità. Spesso ciò che osserviamo sullo schermo del computer può non avere alcuna relazione con il mondo reale, se non di simulazione, e in questo caso conta più la componente interpretativa che significativa. Al computer, l’immagine generata è, di per sé, un evento, in quanto prende forma nel momento in cui la osserviamo. Il computer, attraverso uno speciale script vrml - linguaggio digitale per disegnare simulazioni di ambienti tridimensionali - non mostra oggetti ma genera il nostro stesso sguardo. E il prodotto della relazione fra oggetto e soggetto, è dato dall'interpretazione dell'evento stesso. Autoreferenzialità che il mezzo digitale condivide con il Teatro.

​L’evento teatrale, quindi, è sostanzialmente un atto interpretativo che acquisisce valore solo all’interno della cornice in cui avviene. Lo spettacolo infatti, anche se fa riferimento a luoghi o fatti lontani o immaginari, accade sempre nel momento in cui noi vi assistiamo. Ed in quanto fondato sulla relazione attore-pubblico, il teatro avviene sempre all’interno di coordinate politiche e sociali, e non può essere astratto dalle specifiche condizioni economiche e dall’evoluzione tecnologica del particolare momento storico in cui si genera. Insomma, la tecnologia è sempre stata legata alla pratica teatrale, in molti casi vicina alla scenotecnica, non costituendo un elemento fondamentale del progresso del linguaggio; in altri casi, i dispositivi tecnologici hanno assunto caratteri di una vera e propria rivoluzione estetica, come nel caso del Futurismo italiano. 


gb


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Testata giornalistica registrata al Tribunale di Torino n. 439 del 07 novembre 2016
Direttore Giovanni Bertuccio



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