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QUEER                                                                    TEORIE                                                                  POTERE E SESSO

1/7/2019

 


ETEROSESSUALIZZAZIONE

L’idea per cui potrebbe esserci una “verità” del sesso, come la definisce Foucault, è prodotta proprio dalle pratiche di regolamentazione attraverso la "matrice" di norme di genere coerenti. L’eterosessualizzazione del desiderio richiede, e istituisce, la produzione di opposizioni distinte e asimmetriche tra femminilità e mascolinità, intese come attributi espressivi del maschile e del femminile. La matrice culturale attraverso la quale l’identità di genere è diventata fissa implica che certi tipi di identità non possano esistere.

La fabbricazione di tali origini tende a descrivere uno stato delle cose precedente la legge, secondo una narrazione necessaria che culmina, giustificandola, nella costituzione della legge stessa. Se la sessualità è culturalmente costruita all’interno di relazioni di potere esistenti, allora bisogna ipotizzare una sessualità normativa che sta prima del, fuori dal oppure oltre il Potere. Questo «prima», però ci dice Butler, è sempre già permeato da costrutti che autogiustificano interessi presenti e futuri, siano essi femministi o antifemministi. Insomma, riconoscendo il costante intrecciarsi, come trattato in Bottomley nel 1992, di queste relazioni sociali, dobbiamo necessariamente prestare attenzione alle altre forme d'identità per comprendere quella di genere.

​Nella teoria e pratica femminista il movimento pro-sessualità ha efficacemente sostenuto che la sessualità è sempre costruita entro i termini del discorso e del potere, dove il potere è in inteso quale convenzione culturale eterosessuale e fallica. Non è facile minare, quindi, le relazioni di potere di cui sono state pervase le scienze biologiche, ma è possibile risalire all’alleanza medico-legale emersa nell’Europa dell’Ottocento, creando le maggiori finzioni categoriali.


​CAPITALISMO

Attualmente, i cambiamenti più profondi nell'ambito della sessualità non si hanno, però, nei ricchi paesi industrializzati. Come mostrano alcune ricerche etnografiche, per esempio lo studio condotto da Jeff Clarke nel 1997 su una comunità di un altopiano della Papua Nuova Guinea, è nei paesi poveri che si stanno verificando i cambiamenti più radicali.

​Le categorie, 
le relazioni in ambito sessuale sono profondamente mutate nel corso dello sviluppo capitalistico. La società di Giava, ad esempio, tradizionalmente, riconosceva uno spazio ai banci, uomini travestiti da donna che avevano rapporti sessuali con uomini eterosessuali. Questa è solo una delle molte categorie riferibili al terzo genere che si trovano sotto diverse forme e in Indonesia, oggi, le comunità bagi sono distinte da quelle riferibili ai gay, che rappresentano una nuova categoria sessuale presente in contesti sociali più agitati, per il loro legame con la cultura tradizionale nordamericana.
​Un processo simile è stato documentato in Brasile dall'etnografo Aricar Parker nel 1991. L'autore rilevava un modello locale di sessualità tra uomini basato su una netta distinzione tra partner attivo e partner passivo, in cui la parte attiva, mantiene intatta la propria maschilità (non viene considerato omosessuale), non permettendo mai all'altro di penetrarlo. Tuttavia, questo modello di sessualità, sotto influenza della cultura nordamericana, si è trasformato in un modello di reciprocità sessuale, in cui entrambi i partner sono sia attivi che passivi, appartenendo alla stessa categoria sessuale.

​Anche in
 Thailandia, secondo gli studi di Peter Jackson del 1997, le categorie sessuali tradizionali thailandesi - quelli di kookai, uomo perlopiù eterosessuale, e catoe, effemminato o crossgender, omosessuale passivo - sono state rielaborate con una serie di aggiunte. Si sono create categorie quali il bisessuale, il Gay King, omosessuale che preferisce avere il ruolo attivo, e il Gay Queen, omosessuale virile o effemminato, sessualmente versatile. Denis Altman nel 1996, rilevava come cambiamenti di questo tipo, non comportavano la semplice sostituzione di una sessualità tradizionale con una occidentale ma tutta una serie di pratiche e categorie sessuali che si creano in contesti di disgregamento culturale e di disuguaglianza economica. 


​ISTITUZIONALIZZARE L'OPPRESSIONE

Il Potere, che opera attraverso le istituzioni come forma di oppressione di un gruppo su un altro, divenne, quindi, una componente cruciale della struttura di genere. E i teorici della liberazione omosessuale legarono l'oppressione dei gay a quella delle lesbiche e delle donne in generale, gettando le basi per un analisi delle relazioni di potere tra uomini orientate in base al genere, e per la distinzione tra maschilità egemone e maschilità subordinate. A questo proposito citiamo Omosessuale: oppressione e liberazione del 1972 del già citato Dennis Altman, in cui si poneva l'attenzione sul potere esercitato su un gruppo specifico di uomini, i gay: la loro discriminazione economica e le violenze subite; e gli studi di Carrigan, Connell e Lee del 1985, importante ricerca su Uomini e maschilità.


​OMOFOBIA

​Interessante notare che negli stessi anni in cui andavano delineandosi i movimenti di liberazione, si introdusse il termine omofobia. Introdotto da Weinberg nel 1972, lo stesso anno della pubblicazione del libro di Altman, il termine omofobia indicava uno spettro di fantasie, consce ed inconsce, che strutturano una relazione evitante-avversativa fondata sul disprezzo e sul disgusto nei confronti di tutto ciò che viene sentito come omosessuale (omofobia esterna), oppure sul rivolgimento verso di sé di tale spettro di fantasie, che produce malessere, rifiuto ed autodenigrazione (omofobia interna o interiorizzata). L’omofobia, scriveva Weinberg è dovuta all’intreccio di molte variabili: la considerazione dell’omosessualità in quel momento storico, il persistere di depositi che attraversano la storia, la componente personale dovuta all’entità ed alla qualità del trauma che, per il singolo individuo, rappresenta la scoperta della propria omosessualità.


​OMOFILIA 

​Lo studio condotto da Arnhem Nilsson nel 1998, sulla storia degli omosessuali nella città di Goteborg, in Svezia, individua tre modi diversi di essere omosessuali: i so, normalmente un po' effemminati, i real man, spesso giovani della classe operaia, e i fjollor, ovvero appariscenti drag queens. 

Nilsson evidenziava, cosi, che i modelli di vita omosessuali fossero radicati nella struttura della città industriale e marittima, e indicava, proprio, le condizioni che influenzarono le pratiche sessuali: le case affollate, una netta divisione di genere nel lavoro, un'alta densità di uomini negli spazi pubblici, una vita di strada poco rispettabile della classe operaia. Collegamenti con altre città attraverso il commercio marittimo, la povertà di molti giovani ragazzi che instauravano per un certo periodo relazioni omosessuali per poi in seguito distanziarsene.


ANNI CINQUANTA

Le diverse forme di pratiche omosessuali, però, cambiarono al mutare di queste condizioni. Gli anni Cinquanta conobbero l'aumento della ricchezza, la costruzione di case per la classe operaia nelle periferie, la crescita dello stato sociale e l'emergere di un allarmismo morale intorno la corruzione sessuale dei giovani. A una sempre maggiore privatizzazione della condotta sessuale, seguì una distinzione culturale più netta tra omosessuali ed eterosessuali. 

Perciò, quelle pratiche sessuali, dipendevano da condizioni sociali transitorie da un punto di vista storico, e per molte delle persone che le adottavano, rappresentavano soltanto una frazione limitata di tutta la storia della loro vita sessuale. 


SUBCULTURE
​
Ai nostri giorni, sono emerse nuove categorie sessuali, nuovi oggetti erotici. Nelle maggiori città esiste ormai tutto un repertorio di subculture sessuali, con bar, club, negozi, servizi postali e telefonici che provvedono agli interessi dei diversi gruppi: leather, sadomaso, feticisti, di cross-dressing, cross-age, cross-technik, bondage e così via.

​E' possibile ripercorrere n
ei minimi dettagli la nascita di particolari subculture sessuali, nel testo di Gayle Rubin nel 1991 sul famoso fisting club di San Francisco, in cui si descrivono nel dettaglio, l'ambiente, i partecipanti, i listini sessuali, le personalità più influenti, non tralasciando di considerare l'importantissima storia economica e politica del locale.

gb



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