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Queer | Strutturalismo. Esogamia e patriarcato

1/5/2020

 

​«Non esiste alcun ‘essere’ al di sotto del fare, dell’agire, del divenire: ‘colui che fa’ non è che fittiziamente aggiunto al fare – il fare è tutto».
F. Nietzsche, Genealogia della morale
​
FotoClaude Lévi-Strauss (Bruxelles, 1908 - Parigi, 2009)
L’antropologia strutturale di Lévi-Strauss - compresa la distinzione problematica tra natura e cultura - è stata rielaborata da alcune teoriche femministe per spiegare il meccanismo attraverso cui il sesso viene trasformato in genere, stabilendo, così, l’universalità culturale dell’oppressione in termini non biologici. Sancita la costruzione storica, la stessa nozione di patriarcato, in questa rilettura femminista, rischiava di diventare un concetto universalizzante, tanto si concentrava sulla fissità della legge espressa da Lévi-Strauss.

Ne Le strutture elementari della parentela, la sposa, la donna, figura quale termine relazionale tra gruppi di uomini: non ha un’identità, né scambia un’identità per un’altra. Riflette, cioè, l’identità maschile proprio nell'essere la sua assenza. Questa, che l'autore definisce come regola esogamica, esprime un valore sociale: fornisce il mezzo per intensificare la solidarietà tra gli uomini in un sistema maschile, patriarcale e patrilineare.

Lévi-Strauss concepisce, in questo modo, la realizzazione artificiale di un’eterosessualità non incestuosa estratta. Il divieto dell'incesto, che per l'autore non è un fatto sociale ma una fantasia culturale pervasiva, genera il tabù dell’eterosessualità esogamica.

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Dando per scontata la mascolinità eterosessuale Lévi-Strauss sosteneva che «né il desiderio per la madre o per la sorella, né l’assassinio del padre e il pentimento dei figli corrispondono ad un qualche fatto o insieme di fatti che occupi un dato posto nella storia. Essi però traducono forse, sotto forma simbolica, un sogno che è al tempo stesso antico e duraturo» in accordo con Freud, che opponeva il divieto dell'incesto ad una sessualità più naturale e libera.

​Pur riconoscendo l'esistenza del tabù, 
alcuni studi femministi, affermavano intelligentemente,  che non significava che il divieto, effettivamente, venisse rispettato. Anzi, la sua stessa esistenza, secondo le cronache nere, confermava, ieri come oggi, che desideri, azioni, persino pratiche sociali di incesto, vengono generati proprio in virtù dell’erotizzazione del tabù stesso. 

Posta così la questione, la naturalizzazione dell’eterosessualità e la capacità maschile di agire sessualmente apparivano, secondo queste teorie, come mere costruzioni discorsive, assunte come fondative della struttura patriarcale. Monique Witting, a questo proposito nell'intraprendere una critica politica della genitalità, parla di «inversione» come pratica critica di lettura, valorizzando quelle caratteristiche di una sessualità non sviluppata individuate da Freud e inaugurando, per superare la sottomissione generata dalla struttura eteronormata, «una politica post-genitale». ​


gb


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Maschio e Femmina

Il Corpo

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​Il genere è qualcosa che diamo solitamente per scontato
 e dicotomia e differenza sono così comuni da sembrare l'ordine naturale delle cose. Tali credenze, ancora oggi, vengono riconosciute come espressione di differenza naturale e volendo semplificare, gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere. La potenza del modello, che alcuni autori identificano come una vera e propria struttura, nelle società in cui vige (la nostra) impone la relazione sessuale come la base principale della formazione della famiglia. 

​Storicamente l'idea che il corpo umano si dividesse in due categorie opposte e diverse, divenne generale soltanto nel XIX secolo. Le differenze tra maschi e femmine, che cambiano nel corso della vita, nelle prime fasi dello sviluppo, sono relative. Persino gli organi riproduttivi esterni che sono ovviamente diversi, pene, clitoride, scroto e labbra, si sviluppano a livello embrionale a partire da un medesimo organo. E l'idea largamente diffusa per cui il testosterone sarebbe un ormone maschile ne è l'esempio più comune..
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la Bisessulità originaria

I legami emotivi


​Per​ Butler sarebbe la bisessualità primaria e non la scena edipica della rivalità a produrre il ripudio della femminilità da parte del bambino e l'ambivalenza nei confronti del padre, mettendo in dubbio il primato dell’investimento materno e, di conseguenza, anche l’eterosessualità primaria.  E' il tabù dell’omosessualità che crea le predisposizioni eterosessuali che rendono possibile il conflitto edipico. Le predisposizioni non sono fatti sessuali psichici primari ma effetti prodotti dalla cultura..

L'importanza del legame emotivo nello sviluppo dell'essere umano è stato oggetto di studio delle ricerche freudiane. Da quanto osservato nei casi clinici, Freud si rese conto dell'importanza di questi legami, che definiva investimenti, 
​
riferendosi non soltanto alle relazioni affettive interpersonali, ma anche ai modelli di relazione propri dell'istituzioni sociali. Il viennese aprì così, la strada all'analisi della struttura delle relazioni emotive, dei legami o dei vincoli..
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    Autore

    Giovanni Bertuccio

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Testata giornalistica registrata al Tribunale di Torino n. 439 del 07 novembre 2016
Direttore Giovanni Bertuccio



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