A partire dagli anni 80, il mutamento di prospettiva si spinse così lontano che Catharine Mackinnon rivendicò per il suo femminismo radicale una linea di discendenza diretta col passato, chiamandolo, nel 1987, semplicemente Femminism Unmodified, femminismo immutato. Il movimento di liberazione della donna ebbe un effetto così potente da dare il via ad un gran numero di altri movimenti. Così mentre da una parte una rete di ricercatrici femministe elaborava studi politici, un'altra produceva tutta una letteratura di teorizzazioni altamente astratte. I principali autori di riferimento di queste teorie sono Michelle Foucault e Jacques Derrida in Francia. ![]() Foucault ne La volontà di sapere del 1976 sosteneva che la società non reprimere la sessualità, la quale semplicemente non esiste in natura, piuttosto, erano stati discorsi che circolavano nella società a produrre la sessualità, come forma culturale, nel momento storico del passaggio dalla tradizione alla modernità. Questo aveva permesso lo sviluppo di una nuova forma di potere sui corpi e sui loro piaceri, grazie al potere esercitato, non solo, dalla legge ma anche dalla medicina, dalla psicoterapia e dalla stessa sessuologia. La tesi foucaultiana condusse così, il costruttivismo sociale verso nuovi territori, e fu adottata da una gran quantità di ricerche successive sulla sessualità e sulla produzione delle identità sessuali. In generale, la tesi di Deridda sull'infinito differimento del significato nel linguaggio e l'elaborazione della tecnica della decostruzione, sono stati considerati come l'autorizzazione a mettere in dubbio la stabilità di qualsiasi concetto, di qualsiasi identità, comprese le categorie sui quali si basa il pensiero femminista. Un'opera in linea con queste argomentazioni è Scambi di genere di Judith Butler del 1990, divenuta il testo più autorevole del femminismo accademico degli anni 90. Nel , Butler sosteneva che le categorie di genere non hanno fondamenti stabili, e di conseguenza non li ha neppure la strategia femminista. Il genere performativo, diceva, che produce l'identità attraverso l'azione, non può descrivere una qualche realtà preesistente. ![]() Il risultato di queste divergenze all'interno del femminismo portò, in primo luogo, ad una crescita esponenziale di posizioni, punti di vista e identità. Così, negli anni Novanta, divenne abituale tra femministe bianche delle classi medie parlare di femminismi anziché di femminismo, proprio per riconoscere la diversità e rifiutare il privilegio. Un percorso simile è stato fatto per esempio dalle femministe nere nel nord America, che sostenevano che l'uso acritico della categoria donne nel femminismo radicale liberale, occultasse la realtà del razzismo. L'accento posto sulla razza, poi, ha avuto come risultato il moltiplicarsi delle posizioni che rappresentavano le diverse prospettive di ogni specifico gruppo di donne: femminismo nero, femminismo sudamericano, femminismo indigeno, femminismo lesbico, femminismo del terzo mondo. In secondo luogo, si pose il problema di come andava interpretato l'ordine di genere su scala mondiale. ![]() Già Maria Meis nel 1986, con Patriarchy and Accumulation on A world Scale - testo nato dai grandi dibattiti internazionali - aveva sviluppato un'analisi del colonialismo e del capitalismo mondiale come sistemi intrinsecamente orientati in base al genere; alla fine del secolo, nel 1997, Nira Yuval-Davis riprese l'argomento esaminando il contributo cruciale delle relazioni di genere in diverse dimensioni importanti dei progetti nazionalisti: riproduzione nazionale, cultura nazionale, cittadinanza, conflitti e guerre nazionali. Il suo Gender and Nation resta, a tutt'oggi, il testo di riferimento sull'argomento. Alla fine degli anni Novanta la nuova sinistra si stava frammentando. Ovunque il movimento di liberazione della donna come movimento sociale partecipativo si andava smembrando a causa delle divergenze sulle questioni riguardanti la sessualità, mentre, all'esterno, andò incontro a una resistenza ancora più compatta. I governi di destra come il governo Howard in Australia tagliarono i finanziamenti a tutti i programmi delle donne che avessero un qualche carattere antagonistico, abbandonando un impegno ufficiale della Riforma di genere. ![]() Una reazione politica più ampia bloccò le aperture verso il femminismo e si ritirarono i programmi sociali sotto la pressione del capitale a livello globale. Nelle posizioni politiche più accreditate si ebbe un'aperta omofobia, rivelatasi particolarmente violenta nella questione dell'HIV e dell'Aids. Antifemminismo e omofobia sono divenuti i temi principali di fazioni sempre più numerose di gruppi razzisti e nazionalisti, che in Francia hanno guadagnato una certa forza, e che in Austria e Italia, dal 2000, sono entrati a far parte della politica ufficiale. Schizofrenia insita in qualsiasi struttura preconfezionata, che a partire dagli anni zero, vede, in parallelo, la proliferazione di testi che invece di ricercare - come si è fatto fin ora nella storia - tracce e storie queer, per sottolinearne la normalità, cercano, invece, di avvalorare la tesi, che sia proprio l'eterosessualità ad essere innaturale per l'essere umano, ingabbiandolo in schemi e recinti invisibili, non permettendogli una piena consapevolezza. Un testo per tutti, The Invention of Heterosexuality curato da Lisa Duggan e Jonathan Ned Kanz del 2007. gbApprofondisci
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AutoreGiovanni Bertuccio Archivi
Aprile 2022
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