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QUEER E TEATRO                                                  ANNI SESSANTA

1/5/2020

 


​fugure marginali

La storia del teatro, nel corso della sua evoluzione, ha dimostrato che la rappresentazione di gay e lesbiche è stata continua per tutto il ventesimo secolo, anche se bisogna aspettare gli anni Sessanta perché la tematica gay si affermi come oggi la conosciamo. In precedenza, fatte salve le dovute eccezioni, il riferimento all’omosessualità dei personaggi era “velato”, oppure le figure erano marginali, cattivi e assassini, o comici e ridicoli, certo mai protagonisti. Si possono distinguere, quindi, alcuni capostipiti in cui l’identità omosessuale è apertamente dichiarata ed è anche il tema principale della storia. 


​politicizzare il mezzo

​Ci si ritrova di fronte alla sperimentazione di nuovi modi di produrre e organizzare la cultura, al di fuori dei parametri delle istituzioni. Vengono codificati nuovi messaggi, non solo artistici ma anche sociali e politici. Il teatro diviene strumento di analisi e critica sociale cosa che significò la politicizzazione dello stesso strumento comunicativo. La politicizzazione non è un fatto nuovo nella storia del teatro, l'esempio più illustre è il teatro di agitazione e propaganda nella Germania tra la fine dell'800 e i primi del 900.

Durante gli anni Sessanta si delineano delle pratiche di azioni, che si inseriscono nelle attività rivoluzionarie, nel superamento della separazione tra arte e vita quotidiana. Non fu solo una denuncia verso le strutture esistenti, ma anche una proposta di un nuovo teatro capace di porre interrogativi, fatto di gesti contemporanei. Per questo fu promosso un convegno che si svolse ad Ivrea dal 9 al 12 luglio 1967, evento che entrò nella storia del teatro contemporaneo e per questo ampiamente documentato.


​rivoluzionare i costumi

​​Un anno dopo, nel Sessantotto, alcuni eventi, in Italia e nel mondo, sconvolsero il modo di pensare e di vivere. Dalla nascita dei gruppi di pacifisti negli Stati Uniti, schierati contro la guerra in Vietnam, all'attacco francese contro il gollismo; dall'emergere prepotente del terzo mondo, con l'emancipazione di numerosi paesi dal colonialismo, all'attacco della classe operaia contro il sistema produttivo; dalla nascita delle sinistre extra-parlamentari alle agitazioni studentesche. Furono anni di rivoluzione di costume, durante i quali venivano propugnati valori nuovi: la dignità umana, l'antiautoritarismo, la libertà di poter scegliere della propria vita.


​visioni interne

​Passaggio importante a livello internazionale è stata la messa in scena off-Broadway nel 1968 di The Boys in the Band di Mart Crowley - poi film, diretto da William Friedkin nel 1970 - tappa storica nella drammaturgia a tematica omosessuale. Criticato dalla comunità stessa, rimane un importante tentativo di discutere la condizione da una prospettiva interna. Opera che in quegli anni, insieme alla precedente opera cinematografica Victims del 1961, riflette i cambiamenti avvenuti nell’infinita lotta per i diritti civili e che culminerà nei fatti di Stonewall, il momento in cui il movimento gay cominciò ad affermarsi negli Stati Uniti e poi nel mondo occidentale.

Si crea così un nuovo teatro o meglio un nuovo modo di concepire il teatro, visto come strumento di comunicazione attivo, aperto agli scambi comunicativi con un pubblico non più passivo ma co-creatore dell'evento teatrale. Un teatro con contenuti nuovi, espressi attraverso canali comunicativi diversi. Lontano dal teatro dell'epopea di Piscator, dal teatro epico di Brectht, dal teatro celebrativo di massa e dal teatro per il popolo e quello del popolo, nasce così il Teatro politico. 


​teatro politico

​Si può parlare di teatro politico in riferimento all'esperienza del nuovo teatro italiano, nel momento in cui emergono fenomeni avanguardistici già sul finire degli anni cinquanta. Un diverso uso della scena ufficiale può essere interpretato come teatro politico, nel senso dell'anticonformismo verso tutto ciò che è istituzionale. O politico nel senso dei luoghi in cui si situa: il decentramento - termine che ebbe fortuna nel momento in cui le forze popolari scesero in campo sull'onda delle grandi rivendicazioni sociali, nel 1968 in Francia e durante i primi scontri all'interno delle università in Italia nel 1967 – per il teatro significò varcare gli argini degli spazi tradizionali alla ricerca di un inserimento nella più ampia scena urbana, per una definizione più adeguata delle tematiche di lotta. Quelle cioè della gestione dei moti rivendicativi, seguendo la logica che decentrare significava decentrare le strutture e la loro gestione.
​
I gruppi che si formavano su intenti prettamente politici, continuavano anche la loro sperimentazione in campo avanguardistico, pensiamo al collettivo Nuova Scena capeggiato da Dario Fo e Franca Rame, o alle opere di Leonardo Sciascia e Pasolini. Di questo filone fanno parte il Teatro Popolare di Ricerca (www.teatropopolare.org) nato a Padova nel 1964, il G.T.S. di Firenze, importanza centrale ebbe Bologna con Radio Alice (radioalice.org)  e il Collettivo Jacquerie.

​A Torino un gruppo di studenti dà vita ad un tentativo di teatro assembleare di strada: nell'aprile 1970 nel quartiere 
Le Vallette, viene intrapresa un'azione sul tema della condizione degli operai emigrati dal sud. Il testo parte dalla protesta contro gli amministratori della casa "Don Orione" per estendersi alla problematica più generale della logica di sfruttamento che sta alla base del mercato degli affitti delle case.


​azioni teatrali

Per questi gruppi non esisteva un prodotto teatrale finito e definito, non c'era la possibilità di ripetere lo spettacolo: l'intervento era l'unica ragione di essere dell'azione teatrale. All'interno delle assemblee si riconoscevano studenti, operai, giovani, l'intento era quello di fornire nuove ed efficaci armi all'operaio in lotta contro il sistema repressivo. Le rappresentazioni avevano come unico sbocco drammaturgico la discussione assembleare. Il testo veniva fornito dall'occasione, elemento di incontro e discussione per il pubblico, imprevedibile in quanto legato alla realtà in cui operava. L'occasione viene trasformata in azione teatrale dal gruppo inserito politicamente nella realtà e nella quotidianità dei quartieri.

gb 
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Direttore Giovanni Bertuccio
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