![]() Presente e futuro della house culture. Da sinistra in alto: Aisha “Spyder Ninja” Murray, madre della House of Ninja; Linda LaBeija, poeta, performer, e attivista; Amazon Tinkerbell, della House of Amazon; Lee Soulja, direttore esecutivo N.Y.C. Black Pride; Justin “Monster” LaBeija, icona della Kiki scene; Freddie LaBeija Powell, padre della House of LaBeija. In basso da sinistra: il leggendario Lucky 007; Indya Moore, aka Indya Xtravaganza, Angel in Pose; Pony Zion, fondatore Vogue Evolution. Ph. Kia LaBeija, 2018 Il fiorire delle house è parallelo alla nascita delle "gang" newyorkesi negli anni Cinquanta e Sessanta e con loro condividono la fitta gerarchia sociale al loro interno. La maggior parte dei partecipanti alle ball appartengono a delle Houses, veri e propri gruppi di sostegno, famiglie. In mancanza di un affetto genitoriale sul quale contare a causa dell'affermata omosessualità, le houses diventano per molti l'unica casa dove sentirsi amati, accettati, rispettati. Costituite perlopiù da uomini gay afroamericani o latini, e da giovani transgender, le houses sono famiglie alternative e il rapporto che lega i membri delle case è reale, indispensabile e prezioso. Unico appiglio, per sentirsi al sicuro, in in una società xenofoba come quella americana degli anni Sessanta. Gestite come famiglie tradizionali, le houses sono guidate da una "madre" e/o da un "padre" che si assumono la responsabilità di educare i propri "figli". E questi, come solitamente accade nel diritto familiare, adottano il nome della house come proprio cognome. Presenti in tutti gli Stati Uniti, perlopiù nella costa nordorientale, le "famiglie" che vincono il maggior numero di trofei guadagnano visibilità, ottenendo il titolo di "leggenda". Storicamente, all'interno delle case, sono presenti 4 categorie di genere: Butch Queen, Femme Queen, Butch e Femme. La prima a nascere è la House of LaBeija, a seguire molte altre: House of Extravaganza, House of Ninja, fondata da Willi Ninja, considerato il padrino del voguing; House of Pendavis e House of Dupree. Houses o collettivi LGBT che prendevano spesso il nome da stilisti famosi, come per esempio la House of Allure, la House of Aviance e la House of Balenciaga. Le Houses si dividono in due categorie: le major houses e le kiki houses. Le Major house sono le famiglie più grandi, come quelle sopra elencate, che con il tempo si sono sparse in tutto il mondo creando dei Chapter (capitoli) nelle città "colonizzate". Mentre le Kiki houses sono piccoli gruppi creati da insegnanti con molta esperienza, e per questo acquisiscono il ruolo di leggend. Star, Statement, Legend, Icon e Hall of Famer sono gli status che bisogna acquisire all'interno della ballroom scene. Se si viene notati e si diventa famosi, oltre a vincere molto nella propria categoria, ci si aggiudica lo status di 'star'. Se dopo cinque anni le vittorie sono frequenti si ottiene lo 'statement'. Dieci anni trascorsi ad accumulare vittorie e visibilità in tutto il paese, conducono dritti al titolo di 'legend' o 'legendary'. A partire dai venti anni si diventa 'icon' o 'iconic'. Per aggiudicarsi il titolo di 'hall of Famer', bisogna passare alla storia come uno dei migliori che abbiano mai preso parte alle competizioni. La maggior parte delle case di New York sono apparse nel già citato Paris Is Burning del 1991. Nel 2016 il film Kiki fornisce un ritratto aggiornato della scena gay legata alla cultura delle ballroom. Nel 2017, come parte di una serie di documentari sull'identità culturale della Nuova Zelanda, la Vice Media ha prodotto un episodio riguardante la cultura delle ballroom intitolata FAFSWAG: Auckland's Underground Vogue Scene. Nel 2018, Viceland ha messo in onda una serie-documentario, My House, mostrando l'esperienza di sei persone nella New York delle ballroom. Nella primavera 2018 è stata trasmessa la serie Pose, ormai alla sua terza stagione, ambientata nella New York del 1987, che segue le vite di alcuni partecipanti dei ball. Nel 2020 l'emittente statunitense HBO Max lancia Legendary, un reality in cui otto house si sfidano a passi di voguing. gb Approfondimenti |
Kiki | Pose |
Diretto da Sara Jordenö nel 2016, Kiki mette in luce la comunità LGBT nera di New York. Ad Harlem, negli anni Ottanta, un viaggio nella scena newyorkese e le radici della ball culture. Ritenuto, dalla houses community, il più fedele e rispettoso di quanto accadeva in quegli anni, Kiki un'emozionante storia di formazione e resilienza. | Prima serie con un cast a maggioranza transgender e non bianco, Pose ricostruisce l’epoca d’oro della ball culture nella New York degli Anni Ottanta e Novanta. Sottolinea l'importanza nella costruzione di un forte senso di identità e comunità tra minoranze emarginate, fondato su un’idea trasversale e alternativa di famiglia. |
My House | Paris is burning |
Con debuttato su Viceland nel 2018 My House è una docuserie che segue, mostrandole, alcune delle personalità più rappresentative della cultura delle ball a New York City. Sei inimitabili e feroci voguer Tati 007, Alex Mugler, Jelani Mizrahi, Lolita Balenciaga e Relish Milan e Precious Ebony, audace e sfacciato commentatore. | Poco amato dalla ballcommunity, Paris Is Burning è il documentario del 1990 di Jennie Livingston che prende il nome dalla celebre drag queen Paris Dupree. Incentrato sulla scena della ball culture di New York, esplora le vite delle comunità emarginate di omosessuali, transgender e drag queen afroamericani e latinoamericani sul finire degli anni 80. |
Autore
Giovanni Bertuccio
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