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Queer a Danza | Anni Novanta | Willi Ninja

1/3/2021

 
FotoUna delle pagine dedicate a Willi Ninja nei quaotidiani dell'epoca
William Roscoe Leake, meglio noto come Willi Ninja, è stato un ballerino e coreografo americano passato alla storia come il padrino del vogue. Appuntamento fisso della drag ball culture di Harlem, si ispirò a fonti lontane come Fred Astaire e al mondo dell'alta moda per perfezionare uno stile unico di danza: il voguing. ​

Classe 1961 nasce a Flushing, nel Queens. Completamente autodidatta, il piccolo William inizia ad esibirsi pubblicamente a 7 anni. Del periodo della sua infanzia le fonti sono scarse, ma sicuramente, come lui stesso dirà in molte interviste, sua madre, Esther Leake, accettando la sua sessualità, ha avuto un ruolo diretto nello stimolare e coltivare il suo interesse per la danza, portandolo spesso ai balletti dell'Apollo Theatre. Cresciuto, frequenterà il liceo per poi, inizialmente optare per il college. Poco dopo, trasferitosi nel Greenwich Village alla fine degli anni Settanta, decise di abbandonarlo per iscriversi ad una scuola di bellezza.

Senso del bello che unito alla danza, e nutrendosi della
creatività di quegli anni, porta il giovane William a esibirsi al Christopher Street Pier e al Washington Square Park, famosi luoghi di ritrovo per i giovani queer di quegli anni. 

FotoWilli Ninja, NYC, 1989
All'inizio degli anni Ottanta, forma il gruppo Video Pretender esibendosi nei club e imitando i passi di danza dei video musicali che venivano proiettati. Ben presto però, si rese conto che solo le pose non erano sufficienti a fare la differenza (siamo vent'anni dopo le ball), cosa che invece avrebbe suscitato una vera e propria coreografia.

Da autodidatta prese ispirazione dai movimenti che animavano le competition, lavorando sul loro perfezionamento dando vita a movimenti puliti, nitidi, iconici. Aveva vent'anni ed aveva perfezionato uno stile, il voguing, sintetizzando influenze tratte dai geroglifici kemetici, dal giovane Michael Jackson e dal già citato Fred Astaire. Ma ancora da le pose delle ginnaste olimpiche unite a elementi della cultura asiatica: arti marziali e ninja. Da qui la scelta della parola Ninja: come loro, Willi e i suoi comparivano e sparivano dalle ball lasciando il segno.​

Sebbene non abbia creato la forma, ha lavorato per rifinirla e portarla a un livello sorprendente. La diatriba della sua genesi è ancora in atto e vede i passi del vogue nascere, per alcuni nelle prigioni durante i momenti di svago; per altri da Paris DuPree, per caso, nella discoteca Footsteps di New York, quando ha afferrato la rivista Vogue che era nella sua borsa e ha iniziato a imitare le pose delle modelle. Willi Ninja, che si vantava di essere un ballerino pulito e acuto nell'“uccidere” la concorrenza, ne rivoluziona la forma aggiungendo rapidi movimenti angolari e posizioni contorsioniste di braccia e gambe. Da vita così ad una danza tagliente, fatta di scatti, che combina pose e pantomima.
​

Willi Ninja
Trent'anni di vogue
​
FotoWilli Ninja (1961-2006) in uno scatto dei primi anni Novanta
In un'intervista con Joan Rivers, il coreografo americano racconta come non abbia mai parlato a sua madre della sua omosessualità. E' stata lei ad affrontare la questione, sostenendo che “le mamme sanno sempre”.  Gli disse che era suo figlio e che lo avrebbe amato a qualunque costo. Questa amorevole accettazione, pone l'esperienza di William in netto contrasto con le vite dei giovani gay e transgender afroamericani e latini di quegli anni. Non è difficile pensare che l'accoglienza ricevuta, che l'amore materno sperimentato, lo abbiano condotto direttamente a voler condividere quanto ricevuto.​

La scena delle drag ball ad Harlem non era semplicemente un prodotto della sottocultura LGBTQ di New York City. Era un riflesso di molte persone di genere non conformi nella società. Le drag queen operavano in una vasta comunità di uomini gay, uomini e donne trans, donne lesbiche e queer. E questi, non si limitavano a imitare i binari di genere, ma spingevano per abbatterli. 

​Willi Ninja, infatti, non ha voluto “passare” per donna. Non ha vissuto come una donna né ha fatto il drag completo. Ha sfilato e ballato lungo il palco sfoggiando baffi, capelli lunghi, grandi gioielli, trucco, vestiti da donna, il tutto mentre esibiva una miscela di mascolinità e femminilità. Mentre molte femme queen e transwomen hanno trovato conferma nelle categorie vincenti per la loro realtà nel passare per donne biologiche, Willi Ninja, un'androgino autodefinitasi
butch queen, ha eseguito una presentazione di genere fluida in un mondo che celebra l'eteronormatività maschile bianca e in una sottocultura che ha premiato la realtà della donna. 

FotoWilli Ninja nel suo studio, 1989
Nonostante non avesse fatto parte di una House in precedenza e non avesse vinto tre grandi premi - requisito per poter aprirne una - Willi Ninja con Sandy Apollonia Ninja fonda la sua House nel 1982, dando vita ad un ambiente multirazziale, includendo in particolare uomini bianchi. A differenza delle altre houses dell'epoca in cui la maggior parte era di origine afro-americana, eccetto per la House of Xtravaganza, totalmente latina.  La casa è stata chiusa nel 1989 e riaperta per la seconda volta nel 1991 e riaperta una terza volta nel 2003. Attualmente la House of Ninja ha oltre 220 membri in tutto il mondo, e il Ninja vivente più vecchio è Archie Burnett.

Rinomato nel mondo delle ball per sfornare ottimi ballerini, Willi Ninja è stato determinante nel far discutere e riflettere la ball community sulla prevenzione dell'HIV/AIDS durante gli anni Ottanta, quando non se ne parlava ancora a causa dello stigma sociale e dell'ansia che lo circondava. A lui va il merito di aver reso un'abitudine all'interno delle ball il coinvolgimento attivo della comunità.

Nel 1989, chiuse le porte della House si aprirono quelle della fama. Ninja compare e coreografa il video della canzone Deep in Vogue di Malcolm McLaren, balla in due video di Janet Jackson - album Rhythm Nation 1814 - All Right e Escapade. ​Il voguing diventa mainstream e un anno dopo, nel 1990, Madonna lo vuole per il video di Vogue. Attira l'attenzione e, lo stesso anno, Jennie Livingston, che sentì per la prima volta il suo nome dai compagni voguers a Washington Square Park, lo mette in primo piano nel suo Paris is borning, documentando le origini del voguing. Nel 1993, è presente nel video I Can't Get No Sleep dei Masters At Work con India, e nel 1994, pubblica il suo singolo Hot con la Nervous Records. 

FotoWilli Ninja nel suo studio, 1989
Si capisce bene, come queste collaborazioni, e la conseguente visibilità, conducano Willi Ninja dritto nel firmamento delle star. Karole Armitage lo vuole più volte sul palcoscenico insieme ai suoi danzatori. E il suo stile, che congela le pose dando vita a staticità glamour, stuzzica l'interesse anche della moda. Storica la collaborazione con lo stilista Jean-Paul Gaultier per cui modellava le passerelle fornendo istruzioni sul perfezionamento della “camminata” alle modelle. Il già citato Malcolm McLaren lo vuole a capo di un gruppo in un tour nelle case di moda europee. Ma ancora il suo stile personalissimo e la sua parodia di genere sfilano per Chanel, Thierry Mugler, Karl Lagerfield. In questo periodo forma modelle del calibro di Naomi Campbell e Iman. 

​
Esperienza acquisita, accompagnata da una grande popolarità, che gli consente di aprire, nel 2004, Elements of Ninja, un'agenzia di moda e non solo - fra la cui clientela figurava Paris Hilton - insegnando la femminilità alle modelle, mostrando loro come acquisire grazia ed equilibrio.​

Dopo aver realizzato il suo sogno di viaggiare per il mondo, portando il voguing in Europa e in Giappone ad un livello di visibilità e perfezione altissimo, nel 2003, purtroppo gli viene diagnosticato l'HIV a quarantadue anni. Continuando a lavorare per sostenere la madre anziana non potendosi permettere l'assistenza sanitaria, in questi ultimi anni, partecipa al Jimmy Kimmel Live! e nel 2006 è protagonista dell'introvabile How Do I Look diretto da Wolfgang Busch, in cui si rende immortale il modo creativo delle dragball. Questioni serissime, quelle trattate nel film, che permettono a Busch di vincere il Premio umanitario Diaspora Film Festival, Berlino, e il Premio per il miglior documentario in pillole, New York.

FotoWilli Ninja | ph Jayson Keeling, 1990
Quella del 2006 sarà la sua ultima apparizione pubblica, e How Do I Look il suo testamento artistico. Il 2 settembre, a 45 anni, Willi Ninja muore New York per insufficienza cardiaca legata all'AIDS circondato dai suoi “figli”.

Fino alla fine ha lottato per l'espressione di sé nella comunità queer, continuando a fare da mentore a futuri ballerini e modelli fino a quando ha perso la vista ed è rimasto paralizzato. Dopo la sua morte, ha continuato a ispirare, e ispira tutt'oggi, molti artisti e giovani, diventando una figura centrale all'interno della comunità queer, come ben sottolineano da Juan Battle e Sandra L. Barnes nel libro Black Sexualities, Sessualità Nera: poteri di sondaggio, passioni, pratiche e politiche, 2009.

Ad oggi House of Ninja ha aperto numerosi capitoli (House satelliti) in tutto il mondo. Da quando nel 2010 il voguing iniziò a diffondersi anche in Europa, dove oggi si contano numerosi eventi e workshop dedicati, l’interesse verso questo stile è cresciuto anche in Italia. Del 2013 è l'inaugurazione del Capitolo italiano, con la fondazione della House da parte di B. Fujiko, nome d'arte di Barbara Pedrazzi.
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Fonti
traduzioni di Davide Monetto

1. Lola Ogunnaike, "Willi Ninja, 45 anni, star creata da sé che ha trasformato il Vogue in un'arte, muore" New York Times, 6 settembre 2006
2. Tricia Rose, "Nessuno vuole una madre part-time: un'intervista con Willi Ninja." in Microphone Fiends: Youth Music & Youth Culture, Andrew Ross e Tricia Rose, eds. (New York: Routledge, 1994), 163
3. James F. Wilson, Bulldaggers, Pansies and Chocolate Babies (Ann Arbor: University of Michigan Press, 2010), 82-83
4. Tim Lawrence, introduzione a Voguing and the House Ballroom Scene of New York City 1989-92, di Chantal Regnault (London: Soul Jazz Books, 2011), 3.
5. Ertug Altinay e Mickey Weems, "Willi Ninja" Qualia Folk. Web http://www.qualiafolk.com/2011/12/08/willi-ninja
6. Joi-Marie McKenzie, "La cultura della danza gay sotterranea mantiene viva l'eredità del 'Voguing'" Loop21.com, 2011. Web. <http://loop21.com/content/underground-gay-dance-culture-keeps-voguing-legacy-alive?page=1>
7. Sabel Gavaldon, Inappropriate Gestures: Vogue in Three Acts of Appropriation, e-flux Journal, 2021. Web: https://www.e-flux.com/journal/122/429806/inappropriate-gestures-vogue-in-three-acts-of-appropriation
8. Ana Herrera, Willi Ninja: Voguing Butch Queen, Out History. Web: https://outhistory.org/exhibits/show/tgi-bios/willi-ninja
9. Emanuele Zagor Treppiedi, Barbara Pedrazzi aka La B. Fujiko, 2018, zero.eu. Web: https://zero.eu/it/persone/barbara-pedrazzi-aka-la-b-fujiko



gb


Approfondimenti
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How Do I Look

Anni 60 | Ball


​Wolfgang Busch
con How Do I Look rivela perché le icone e le leggende della comunità delle drag ball di Harlem hanno influenzato le più grandi star della della cultura pop per decenni, creando tendenze nella moda, nella danza, nella musica e nelle passerelle. Al link, venti minuti del documentario in cui Willi Ninja appare per l'ultima volta. 

Con termini come ball culture, house system, ballroom community si intende identificare uno strato della cultura queer americana. Luoghi fumosi e clandestini, le ball erano i soli posti in cui rifugiarsi ed esprimere sé stessi in sicurezza. Anche se si parla di queer ball già a partire dal 1869, la prima ball "ufficiale" risale al 1964.
vedi il doc
continua
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House of Exstravaganza, 1994
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Tyrone Proctor | Soul Train

Anni 60 | Houses

Anni 70 | Waacking


​​​La maggior parte dei partecipanti alle ball appartiene a dei gruppi conosciuti come Houses. Il fiorire delle houses, sorprenderà, è parallelo alla nascita delle gang newyorkesi. Insieme condividono la fitta gerarchia sociale  al loro interno. La prima a nascere è la House of LaBeija.

​Nei night club e nelle ballroom degli Stati Uniti, in particolare a Los Angeles, negli anni Settanta, prende piede un nuovo tipo di danza. A imitazione delle movenze delle attrici e delle cantanti, il waacking è uno stile di danza nato all'interno della comunità queer afro e latinoamericana nell'era della disco.
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    Autore

    Giovanni Bertuccio

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