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QUEER E TEATRO                                                    ANNI SETTANTA                                                        CIRO CASCINA

1/5/2020

 
Foto
Ciro Cascina | Giornata dell'orgoglio omosessuale, Bologna, 28 giugno 1980 | ph Giovanni Rodella


​PASSIONE TEATRO

Nato a Portici agli inizi degli anni Cinquanta, a cinque anni, con la famiglia, si trasferisce a Torre Annunziata. Qui si forma e dopo il conseguimento del diploma magistrale, si scrive all'Università, alla facoltà di medicina, interrompendo però gli studi al secondo anno, per dedicarsi completamente al teatro. Non frequenta accademie o scuole di recitazione ma da autodidatta, come autore teatrale e come attore, attinge dal teatro di strada e alla tradizione orale dei femminielli napoletani. Tra i suoi maestri, lo stesso Cascina ricorda "Antonia a Fuchera", "A Millecinche", "A Pallona", attori straordinari che non hanno mai calcato i palcoscenici dei grandi teatri ma che erano figure mitiche nell'immaginario popolare napoletano, un substrato culturale in cui "c'era una selezione spietata... non è che tu eri femminella e ti esibivi", dichiarò Cascina in una intervista.


​GLI ESORDI

​Negli anni Settanta, quasi per caso, Ciro Cascina inizia a esibirsi nei primi locali gay di Napoli, come Il Bagatto, recitando i monologhi di Franca Valeri. Testi, divenuti emblematici di un certo modo di fare teatro, in cui con autoironia si prendeva in giro il mondo gay. A questi, successivamente, si unirono i monologhi improvvisati di Cascina stesso. Inedita contaminazione di cultura camp, di tradizione napoletana, di travestitismo e di impegno politico, utile a smascherare l'ipocrisia e la presunta "virilità" degli eterosessuali che "vanno con i ricchioni". L'insieme di questi monologhi rappresenta l’immagine completa degli umori e delle aspirazioni del movimento gay di quegli anni. 


​LA MODONNA DI POMPEI

​Della fine degli anni Settanta e gli inizi degli Ottanta, anni in cui dai locali Cascina passa ad esibirsi nelle prime manifestazioni o nei campeggi gay, è la sua opera più nota: La Madonna di Pompei, anche nota come La Madonna di Pompei vuole bene pure ai gay. Lo spettacolo non ha un debutto specifico ma prende forma in due storiche manifestazioni del movimento omosessuale. Il 24 novembre 1979 a Pisa, in occasione della prima marcia contro le violenze omofobe, e nelle giornate dell’orgoglio omosessuale organizzate dal LAMBDA a Bologna dal 27 al 29 giugno del 1980. Il testo, pur basandosi su un canovaccio, veniva improvvisato e di volta in volta si adattavano le caratteristiche e i personaggi, a seconda del luogo, del pubblico e degli eventi di cronaca del momento. 

​La storia, in breve, racconta di una napoletanissima madre d'un omosessuale che parla "da mamma a mamma" con la Madonna di Pompei in favore del figlio. Con un finale per niente scontato, la
 performance avveniva in luoghi non deputati al teatro, in strade e piazze, e grazie al serissimo umorismo e all'impegno politico-sociale fresco, è diventata una delle più note azioni teatrali provenienti da una realtà del movimento gay. Acquisendo i contorni semi-mitici di un "classico", ritornando in numerosissime occasioni durante gli anni Ottanta e Novanta, le esibizioni di Ciro Cascina, divennero presto un cult della comunità LGBT.

Espressioni come "troppabbella" o "inciuciare", termini usati correntemente in tutto il movimento gay dell'epoca (e giunti fino a noi), testimoniano il successo avuto nei confronti del pubblico, confermato anche dalla critica, quando nel’aprile del 1981 ottenne il primo premio a la “Sei giorni del monologo”, organizzata dall’Associazione Culturale Out-Off al Teatro Cristallo di Milano alla quale partecipò anche Mario Mieli. Nel luglio dello stesso anno venne presentato, anche, al Festival di Santarcangelo di Romagna.



​CARRIERA

​​Da qui l'inizio di una carriera lunghissima che spazia dal teatro al cinema e che ha come comun denominatore l'impegno sociale. Negli ultimi anni Ciro Cascina ha partecipato con la Compagnia delle Palline a Roma a una serie di spettacoli messi in scena insieme a Gabriele Cerminara, ex giudice che si è dedicato, negli ultimi anni della sua vita, a una forma originale di teatro sociale. In questo ambito si ricordano in particolare gli spettacoli Migranti e la messa in scena dell'Utopia di Tommaso Campanella. Nel 2009 Cascina ha partecipato insieme ad altri, alla nascita dell'AFAN - Associazione femminelle antiche napoletane - e ogni anno presenzia alla manifestazione dell'AFAN, Sciò Sciò Ciucciuvé, che si tiene a Torre Annunziata. 

Sull'omosessualità, nel 2008 Ciro Cascina ha dichiarato: «Mi spiego meglio: l'omosessualità non esiste, né esiste l'omosessuale, secondo me. Esistono persone che a partire da una matrice che possiamo definire come un afflato sentimentale per una persona del proprio sesso, cercano di adeguare la propria vita a questo loro sentire. I modi possono essere tanti, uno lo fa vestendosi da donna, un altro mettendosi la cravatta, o facendo il prete o la drag queen o il papa.»

gb 
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Direttore Giovanni Bertuccio
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