![]() Si forma l’orientamento sessuale nell’essere umano? Nel Ricordo d’infanzia di Leonardo da Vinci (1910), esaminando dipinti e carteggi del grande artista, Freud ipotizza che l’omosessualità dell'artista sia da collegare al vincolo erotico precoce con la madre. Un attaccamento intenso che non verrà rimosso, e non sostituito con quello verso altre donne, ma che si conserverà nell’inconscio. Per Freud, un omosessuale di questo tipo si mette al posto della madre e sceglie ragazzi simili a lui da amare, come la madre ha amato lui. L’intensità del legame primario con la madre viene proposto nella letteratura più recente come di estrema importanza per entrambi i sessi e già Freud in L’io e l’Es (1922), affrontava come detto altrove, il complesso di Edipo nella sua forma completa (Edipo negativo: l’amore per il genitore dello stesso sesso; Edipo positivo: l’amore per il genitore di sesso opposto) e affermava che quando la persona evolve dall’iniziale bisessualità verso l’eterosessualità, per mezzo dell’influenza congiunta di fattori costituzionali e relazionali, la componente negativa dell’Edipo si attenua fino a diventare una traccia. Avviene l’opposto quando la persona si forma con un’identità prevalente di tipo omosessuale. ![]() In L’Io e l’Es, del 1923, Freud ragiona sulla struttura del lutto come basilare nella formazione dell’Io. Nell’esperienza della perdita di un altro essere che si è amato, sostiene Freud, si dice che l’Io incorpori tale altro, assumendo attributi dell’altro e accogliendolo attraverso l'imitazione. Questa identificazione diventa una nuova struttura dell’identità. Tale sostituzione contribuisce, in modo essenziale, a produrre ciò che si identifica con il carattere attraverso, anche, l’acquisizione di un’identità di genere. Perdendo la madre come oggetto di desiderio, dice Freud, il bambino interiorizza la perdita identificandosi con lei e, rafforzando l'attaccamento al padre consolida la sua mascolinità. Il fatto che il bambino scelga la predisposizione eterosessuale sarebbe, dunque, il risultato non della paura di castrazione da parte del padre, ma della paura di castrazione, ovvero la paura della femminilizzazione che nelle culture eterosessuali viene associata all’omosessualità. Successivamente però, Freud affermerà che la bisessualità primaria, nel processo di formazione del genere e del carattere, si pone come un elemento di complicazione. Infatti il bambino sviluppa un investimento primario nei confronti di ambedue i genitori e Freud osserva che la bisessualità, in questo periodo, si manifesta nel comportamento ambivalente, al maschile e al femminile, con cui il bambino si relaziona. La concettualizzazione della bisessualità in termini di predisposizioni al femminile e al maschile, con scopi eterosessuali intenzionali, rivela dice Butler, che per Freud la bisessualità è la coincidenza di due desideri eterosessuali all’interno di una singola psiche. Ma la predisposizione al maschile, non è mai orientata verso il padre come oggetto sessuale, né tantomeno la predisposizione al femminile è orientata verso la madre. In questo modo, continua Butler, sarebbe la bisessualità primaria e non la scena edipica della rivalità a produrre il ripudio della femminilità da parte del bambino e l'ambivalenza nei confronti del padre, mettendo in dubbio il primato dell’investimento materno e, di conseguenza, anche l’eterosessualità primaria. ![]() Anche se Freud non si dichiara esplicitamente in tal senso, sembrerebbe, che il tabù dell’omosessualità sia precedente il tabù eterosessuale dell’incesto. In effetti, sottolinea Butler, è il tabù dell’omosessualità che crea le predisposizioni eterosessuali che rendono possibile il conflitto edipico. Le predisposizioni non sono fatti sessuali psichici primari ma effetti prodotti da una legge imposta dalla cultura. E appaiono come naturali all'interno delle strutture della parentela esogamica. Il tabù dell’incesto, e implicitamente quello dell’omosessualità, appaiono come un’ingiunzione repressiva, che presupponendo un desiderio originario obliterano la verità di un'origine libidica omosessuale, producendo, al contempo, il desiderio eterosessuale. Così posta, l’identità di genere sembra essere innanzitutto l’interiorizzazione di un divieto, costruito e mantenuto dall'applicazione coerente del tabù, non solo attraverso la stilizzazione del corpo secondo le distinte categorie del sesso, ma anche attraverso la produzione e predisposizione del desiderio sessuale. La legge repressiva dunque produce l’eterosessualità e non agisce semplicemente come un codice negativo o esclusivo, ma come una sanzione e, più precisamente, come una legge che distingue il legittimo dall’illegittimo. gbApprofondisci
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AutoreGiovanni Bertuccio Archivi
Gennaio 2020
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