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TECNOLOGIA E DANZA                                        VIDEODANSE                                                        BELGIO E ITALIA

1/9/2018

 
Foto
In Spite of Wishing and Wanting | Ultima Vez, 1999
In Belgio, la videodanza nasce intorno alla nuova danza fiamminga, caratterizzata da una ricerca analitica quasi ossessiva del movimento. 

Jean Fabre ad esempio, in opere come What a Pleasent Madness del 1988; Tivoli del 1993, Questa pazzia è fantastica; paysages fabriens, del 1993, fa della ripetizione, dell'attenzione al particolare e dell'osservazione della realtà come qualunque altro organismo, la sua cifra stilistica.

Anne Teresa de Keesmaeker, fondatrice del gruppo Rosas, che rielabora spesso, per la telecamera i suoi lavori teatrali, in video come Achterland del 1994  - da un balletto del 1990 -, in Rosas danst Rosas, con Thierry De Mey, del 1997, in Fase, sempre con Thierry De Mey, del 2002, mette in video la sua danza minimale, ripetitiva e strettamente legata alle suggestioni musicali che tanto caratterizzano la sua produzione.

Meno astratte e più emotivamente oniriche le produzioni anche fictional dei belgi di lingua francese. La coreografa Nicole Mossoux, In Scelsi suites, del 1990, mette in scena la storia di una coppia come tante, che danza e vive nello stesso spazio, affrontando, tuttavia, l'esperienza della solitudine e l'impossibilità dell'incontro. Face à Face del 1988 di Michèle Anne De May, racconta, una volta di più, storie di coppia attraverso la ricerca analitica dei movimenti del corpo, unita ad un uso espressivo delle tecnologie della ripresa.


​WIM VANDEKEYBUS

Wim Vandekeybus, direttore della compagnia Ultima Vez, nella sua cararriera ha sempre alternato il suo essere coreografo, fotografo e regista.

Il film 
Roseland del 1990, con la regia tripartita fra Walter Verdin, Octavio Iturbe e Wim Vandekeybus, è tratto dal materiale delle prime tre coreografie di Vandekeybus: What The Body Does Not Remember (1987), Les porteuses de mauvaises nouvelles (1989) e The Weight of a man (1990). E per "aver trasformato l'energia teatrale della coreografia in un'esperienza di schermo dinamica, utilizzando una gamma completa di tecniche cinematografiche", Roseland si aggiudica, nello stesso anno, il Dance Screen Award. 

Video di danza basato sull'omonimo spettacolo del 1999, In Spite of Wishing and Wanting è girato nel suggestivo ambiente di un'ippodromo di Bruxelles,ne la bellissima sala da ballo-sala da concerto del Vooruit Arts Centre di Gand (BE), ne le strade di Ferrara (IT) e a Singapore. Con i ritmi del co-fondatore di Talking Heads, David Byrne e con l'eclettismo scenografico di Wim Vandekeybus, In Spite of Wishing and Wanting si trovano sequenze teatrali umoristiche, danza energica e potente e una varietà di corpi all'interno di un cast tutto maschile. Lo stesso Wim Vandekeybus in persona trotta come un cavallo selvaggio tra i dieci ballerini-attori, devastati dai loro desideri appassionati. Perché è nelle sequenze danzate di attrazione, confronto e repulsione, che i danzatori assumono sembianze animali.
​

Nel 2005 Wim Vandekeybus gira Blush, trasposizione video della performance teatrale dell'anno prima. Con le musiche di David Eugene Edwards e Woven Hand e con testi dell'autore fiammingo Peter Verhelst, Blush è un viaggio onirico che oscilla tra i paesaggi paradisiaci della Corsica e le profondità più slanciate di Bruxelles. Un'esplorazione del selvaggio subconscio, delle foreste mitiche, degli istinti conflittuali, dell'immaginazione, dove il corpo ha ragioni che la mente s-conosce.


​ITALIA 

​La videodanza in Italia è neonata. La svolta, si ha a partire dagli anni Novanta.

A Napoli, nel 1991,l’A
ssociazione Culturale Napolidanza promuove la prima edizione del festival di videodanza Il Coreografo Elettronico, ideato da Marilena Riccio, chiuso dopo qualche hanno di pausa, riaperto nel 2016 con la presidenza di Laura Valente. 

Con l’avvio del festival si cominciarono a raccogliere opere provenienti da tutto il mondo e attraverso le varie edizioni il festival ha premiato, monitorato e catalogato il variegato mondo della videodanza internazionale e l’ultima edizione – firmata Riccio – nel 2011, contava ben centotrenta video in concorso, e l'edizione nel 2016, più di centocinquanta.

Vale la pena ricordare la prima vincitrice della rassegna, 
Cinzia Romiti, autrice delle coreografie insieme a Laura Balis Giambracono, di Tuffo nell'acqua e tonfi del cuore, un video di 10’ nato come promovideo per presentare l’omonimo spettacolo teatrale. 

A Milano, nel 1990, nasce 
IN VIDEO con lo scopo di creare uno spazio che permetta di conoscere quanto di meglio si produce in ambito di ricerca e sperimentazione video. Un ambito la cui dimensione, poetica, antitelevisiva - benché comune sia la radice tecnologico/elettronica - svolge, proprio per questo, anche il ruolo di coscienza critica. 

Questa realtà, interessata alle nuove direzioni della danza legata al video, non ha avuto un riscontro effettivo e potente, rispetto la realtà europea degli stessi anni, nella produzione di videodanza.

Infatti se guardiamo le manifestazioni internazionali del decennio novanta sono pochissime le opere italiane. Ad esempio n
el 1994 a Dance Screen presenziavano solo tre video italiani fra i quali Guardiano di coccodrilli di Corte Sconta, diretto da Kiko Stella; al Gran Prix Video Danse solamente quattro.


FESTIVAL & CONTEST

Tuttavia festival e competizioni internazionali fungono da principali catalizzatori del pubblico favorendo anche gli scambi con gli artisti. A cominciare da Danza&Video tenutesi a Milano nel 1994, la Rassegna di Videodanza di Genova nel settembre del 1995. Nel 1997 è la volta di Videodanzando movimenti tra corpo e monitor a Palermo nello Spazio Blu Cobalto. Alla Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma con Frammenti di danza – Rassegna di video danza, nel 2001.

Espressioni. I volti della video-danza, organizzato da Perypezie Urbane nasce nel 2006 e vede la collaborazione di diverse realtà italiane ed europee attive nel mondo della videodanza, che portano a Milano materiali provenienti dall'Europa centro-orientale e occidentale. Inoltre, la collaborazione a partire dal 2011 con Coreografo Elettronico di Napoli fa di Espressioni un luogo di distribuzione di alcuni dei video più interessanti proiettati nell’ultima edizione del festival napoletano.

Nato nel 2010 Digitalife in questi ultimi anni si è configurato come il vero e proprio cuore tecnologico del Romaeuropa Festival. I linguaggi della creatività digitale, le sue fertili connessioni con le tecnologie più avanzate, le relazioni fra spazio, tecnologia ed arte sono i grandi temi di riflessione di questo progetto aperto e visionario in cui arte visiva, arte digitale, performing arts e fotografia, superano i rispettivi confini per fondersi nella quarta dimensione della creazione.
BREAKING 8 è rottura e creazione. Nato nel 2010 come appendice del FIND - Festival Internazionale Nuova Danza a Cagliari, 1983, Breaking 8 è un festival di videodanza in cui la danza, il ritmo e il movimento si prestano allo sguardo della macchina da presa, lasciandosi trasformare dall’incontro delle due arti. 

Negli ultimi anni invece la diversa modalità di fruizione in rete ha sollecitato la nascita di nuovi formati, come il concorso One minute dance film, ideato da Cinedans e importato in Italia, a partire dal 2010, dalla rete COORPI - COORdinamento danza Piemonte. 

Il contest La danza in 1 minuto è il primo esperimento di Social Contest on line di videodanza. Un’esplorazione su come il digitale intervenga in termini di low production e fruibilità delle opere video, intercettando le tecniche e i linguaggi dei giovani artisti. Coorpi, inoltre, fa parte di R.I.Si.Co – Rete Interattiva per Sistemi Coreografici, all'interno della quale, a Scenario Pubblico di Roberto Zappalà a Catania, ha organizzato The Risico Screening – Rassegna multischermo della danza in video, in collaborazione con l'associazione Cro.Me.

Live Arts Cultures nasce nel gennaio 2014 come associazione culturale curatrice di C32 performing art work space, spazio di produzione e formazione per artisti nell'ambito delle arti dal vivo. Live Arts Cultures si occupa di accogliere produzioni locali e internazionali, di proporre un calendario di appuntamenti formativi, dell'organizzazione di un festival nonché dell'organizzazione di altri eventi dedicati alla formazione del pubblico, proponendosi anche in altri spazi della città.

Giovanissimo, nato nel 2016 il T*DANSE festival, organizzato da TiDA Théâtre Danse si propone di portare in Valle d'Aosta uno sguardo sulla scena contemporanea con una programmazione di artisti legati ai nuovi linguaggi, alle nuove tecnologie, con un'attenzione speciale per le nuove generazioni di artisti.

gb
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