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QUEER E DANZA                                                      ANNI OTTANTA                                                          MICHAEL CLARK | TECNICA DI UNA ROCKSTAR

1/3/2021

 
Foto
“Mmm…”, 1992 | ph Hugo Glendinning

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PUNK DADA POP ROCK

Definito come il vero iconoclasta della danza britannica, Michael Clark è il coreografo di punta della scena post-punk inglese. Da quando è emerso, negli anni Ottanta, come prodigio alla Royal Ballet School, è rimasto in prima linea nell'innovazione della danza.

Fin dall'inizio, le sue esibizioni, con coreografie intense unite ad elementi della cultura punk, dada, pop e rock, si caratterizzavano per un formidabile mix di rigore tecnico e fresca sperimentazione, aprendo nuove strade, provocando ed entusiasmando il pubblico.

Negli anni Ottanta, la sua giovinezza, il talento e la bellezza androgina lo hanno reso un poster boy per riviste di stile come The Face. Pop star della danza Clark fin da subito collabora con artisti - Sarah Lucas, Leigh Bowery, Peter Doig e Charles Atlas -, musicisti - Mark E. Smith, Wire, Scritti Politti e Muscle Relaxed – stilisti – BodyMap, Steve Mcqueen - e performer non professionisti.

Soprannominato Nijinsky con la cresta, Miclael Clark diventa presto, e nel mondo accademico, il punto di riferimento per nudità totale e parziale, dildo giganti, motoseghe e costumi provocatori ispirati a Bowery e alla teatralità camp di Lindsay Kemp.
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​"Amo le parole e amo la complessità delle parole, ma credo di essere più interessato a quello che considero un luogo più complesso, ovvero dove le cose non possono essere rese specifiche attraverso il linguaggio. Il più delle volte, le cose che cercano di avere un significato ovvio o cercano di comunicare una cosa, non mi interessano davvero.​"

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​FUGA DALLA NORMALITà
​FORMAZIONE 1962-1982
​

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​Nato in Scozia nel 1962,
Clark inizia la formazione in danza tradizionale scozzese all'età di quattro anni, insieme alla sorella. Nel 1975, tredicenne, lascia casa per studiare alla Royal Ballet School di Londra e nel suo ultimo giorno di scuola gli fu assegnato il Premio Coreografico Ursula Moreton. 

Era due anni indietro rispetto agli altri allievi in ​​termini di formazione e sentiva di non adattarsi, ma la sua eccezionale abilità fu notata e incoraggiata dalla fondatrice del Royal Ballet, Ninette de Valois e dal coreografo Frederick Ashton. Il suo insegnante Richard Glasstone, ma anche amico e alleato, ricorda: "Era un bellissimo ragazzo elegante, un gioco di gambe meraviglioso, agile, un fantastico ballerino scozzese".

In piena crisi adolescenziale, si ribellava ai doveri e alle regole. Scappava da scuola per andare ai concerti rock, faceva uso di sostanze. Una volta fu sorpreso a sniffare colla, e questo non servì a espellerlo dalla scuola. Clark era il migliore, e per questo gli era stato assegnato il ruolo da protagonista nel saggio finale.


​ROYAL BALLET VS BALLET RAMBERT

Ottenuto il diploma nel 1979, rifiuta la proposta di entrare stabilmente al Royal Ballet, preferendo il Ballet Rambert, dove può dedicarsi al suo reale interesse: la danza moderna. "Fin dall'inizio, ballare è sempre stata una fuga dalla normalità per me", ha detto a Sean O'Hagan, The Observer, nel 2016. "E l'ho accettato. Anche se, all'inizio, l'ho trovato molto noioso".
​

Al Ballet Rambert lavora principalmente con Richard Alston che crea per lui Bell High (1979), Landscape (1980), Rainbow Ripples (1981) e, successivamente, due assoli: Soda Lake (1981) e Dutiful Ducks (1982).​


​NEW YORK E LONDRA

Una scuola estiva con il coreografo Merce Cunningham e il compositore John Cage lo conduce a New York. Qui lavorerà con Karole Armitage, importantissima, non solo per l'amore per il punk, ma soprattutto perché tramite fra il giovane danzatore e il regista, e lighting designer, Charles Atlas, con il quale lavora ancora oggi.

Un periodo di studio intenso, quello americano, che gli permette di conoscere danzatori contemporanei come 
Yvonne Rainer e Trisha Brown che, nel suo immaginario, si univano al suo amore per il punk e alla sensibilità verso una teatralità della messa in scena, incarnata dall'amico, artista performativo e icona dei club Leigh Bowery.
​

Ho dovuto trovare un modo per mettere insieme ciò che avevo imparato, con tutte le altre cose che erano molto più eccitanti per me: punk e post-punk. La gente pensa che io sia arrivato dal nulla, ma in realtà ci è voluto del tempo prima che le cose si sistemassero.'

"Stavo reagendo a un particolare ethos della danza - che sembrava sempre significare dire no allo spettacolo, alla commedia o alla narrativa, no al virtuosismo",
ha detto ad Adrian Searle, critico del Guardian nel 2001​. "Volevo dire di sì a tutte quelle cose, per riconoscere quegli elementi come parte dell'aspetto visivo della danza, che deve includere il modo in cui le persone sono vestite”.

Nel 1982, David Gothard lo invita a diventare coreografo in residenza presso i Riverside Studios a West London, diventati un focolaio di nuove idee con un gruppo “residente” che includeva Bruce McLean e Will Alsop. Clark accetta e coglie l'opportunità per creare una cerchia di innovatori, tra cui Bowery e l'artista Cerith Wyn Evans.

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God Save the queen
Primo periodo 1984-1998
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Foto
Con Ellen van Schuylenburch in Hail the New Puritan, ph Richard Haughton

DANZA E CULTURA POP
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Due anni dopo, nel 1984, quando a soli ventidue anni crea la sua compagnia, aveva già realizzato 16 pezzi originali, alcuni dei quali in collaborazione con stilisti - David Holah e Stevie Stewart di Bodymap – e musicisti del calibro di The Fall, Wire, Laibach.

Lavorando con artisti e musicisti, Clark attira un nuovo pubblico: giovane, à la page, più innamorato della moda, probabilmente, che della danza contemporanea e del balletto. Perché è lui stesso espressione del nuovo e di una danza giovane, come testimonia l'apparizione allo spettacolo della BBC The Old Grey Whistle Test, che vede Clark e i suoi danzatori accompagnati dai The Fall. Con la caratteristica precisione spensierata, con il sedere ben mostrato attraverso i suoi collant rosso Bowie, e un berretto disegnato da Bowery appollaiato sulla sua testa, Clark porta la danza accademica nella cultura pop.


IL FASCINO DELLA DISTRUZIONE

Il suo istinto era quello di colmare il divario tra il mondo della danza, che rispettava, con le sue regole e il suo rigore, e il mondo anarchico e ribelle in cui viveva. I lavori che ha prodotto per tutto il decennio, come No Fire Escape In Hell e I Am Curious, Orange, eccitano le folle ai concerti rock.

Nel 1986, all'apice della sua prima fama, Michael Clark per la RAI, indossando un abito giallo e pantaloni a zampa neri, danza Cosmic Dancer di Marc Bolan. Non sembra però gestire bene gli opposti e l'apollineo della danza pura si scontra presto con l'energia dionisiaca dell'eccesso, rompendo il già fragile equilibrio. La scelta sarà allora fra sopravvivenza o autodistruzione. Negli ultimi anni Ottanta, scegliendo la vita, Clark si allontanerà dalle scene, dall'alcool e dalle droghe, per ritornare sul palco nel 1989.


​DANZARE IL SESSO

L'occasione avvenne dopo l’incontro con il coreografo americano Stephen Petronio con la creazione della performance all’Antohony d’Offey Gallery, che riprende lo stile provocatorio e fortemente sessuale che lo animava in quegli anni, generando un notevole scandalo nella puritana Inghilterra thatcheriana. Dal titolo Heterospective, la performance iniziata solo quando Clark e il suo allora amante - il coreografo Stephen Petronio - avevano finito di fare sesso sotto le coperte di un letto, e vedeva Clark danzare sulle note di Heroin dei Velvet Underground, in un body color carne, perforato con siringhe. Qui il coreografo confiderà di essere stato sotto effetto dell'eroina per meglio capire e interpretare il testo.

"Nessuno nella danza oggi riflette la cultura nel modo in cui Michael ha fatto negli anni '80 e '90". Jann Parry, 2018
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NUOVI ORIZZONTI

All'inizio degli anni Novanta, Clark è una superstar. Andy Warhol lo va a vedere a New York; a Parigi, cena con Rudolf Nureyev, Margot Fonteyn e Jackie Onassis. Lavora ferocemente, non solo per la sua compagnia, ma per il Paris Opera Ballet, il London Festival Ballet, il Ballet Rambert e la Deutsche Oper.

Le sue opere, che all'epoca erano ampiamente in tournée, aprivano nuovi orizzonti, sia nei soggetti, che nel design, soprattutto per la volontà di Clark di esibirsi al di fuori dei teatri. Nel 1991 coreografa e danza il ruolo di Caliban in Prospero's Books di Peter Greenaway. Nel 1992, Mmm..., la sua versione di La Sagra della Primavera di Stravinsky incorpora musiche dei Sex Pistols e Stephen Sondheim. Mettendo in scena un parto, che vede sua madre Bessie (la madre biologica) darlo alla luce, aiutata dall'ostetrica interpretata da Bowery. O del 1994, altra opera ispirata a Stravinsky (questa volta dalla partitura per Apollo), eseguita alla Brixton Academy è caratterizzata da un'altra nascita agonizzante.​


​VOLARE E CADERE

Sicuramente un periodo doloroso per il coreografo che per la seconda volta, per una serie di concause - le sostanze abusate, la pressione dovuta alla gestione della compagnia, lo sconforto per la morte per overdose o AIDS di molti dei suoi amici, sopra tutti Leigh Bowery, oltre ad un grave incidente al ginocchio – si allontanerà dalle scene.

Rifugiatosi nella casa materna, vi ci rimase per i successivi quattro anni. L'insegnante di Clark, Richard Glasstone, sarà determinante nel suo recupero: Una notte si è presentato a casa mia e mi ha detto che voleva fare l esercizio del port de bras di Cecchetti. Voleva davvero tornare alle sue radici. Ed è stato dopo che mi ha chiesto di tornare a insegnare alla compagnia. 

Insieme lavoreranno sulle raffinate geometrie e sui movimenti rapidi della tecnica Cecchetti, e il risultato sarà current/SEE. La nuova creazione firmata Clark in cui la delicatezza verticale si combina con il lavoro a terra, generando un pezzo dall'energia palpitante, amplificata da cinque bassi (Big Bottom, band formata da Susan Stenger) e dai costumi di Hussein Chalayan. 
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​The Phoenix rises
Anni 2000

Foto
“Mmm…”, 1992 | ph Hugo Glendinning
​Il Duemila segna una nuova rinascita. Current/see è in tour mondiale per tutto l'anno. Con le musiche di Erik Satie e alle canzoni di David Bowie e Patti Smith, lo spettacolo non presenta dildo, nudità o qualsiasi altro segno distintivo dei suoi primi lavori. Zoe Anderson, The Independent, l'ha definita una "danza di precisione ultraterrena, che fiorisce in momenti di calore, in particolare nel suo tributo a David Bowie". E ancora Debra Craine nella sua recensione sul Times, "qui la sua abilità artistica raggiunge uno zenit in cui essere chic ed essere intelligenti sono alleati con una vera passione per la danza pura".

Il successo continua con Before and After: The Fall nel 2001, pezzo dominato dall'enorme braccio meccanico che si masturba di Sarah Lucas (presenza Romaeuropa Festival 2001), e con Oh My Goddess e Would, Should, Can, Did nel 2003. Nel 2004 firma l'assolo Rattle Your Jeweller per Mikhail Baryshnikov.


​Project Stravinsky

​Nel triennio 2005-2007 Michael Clark diviene socio artistico del Barbican Centre di Londra e inizia il progetto Stravinsky, una collaborazione triennale per produrre opere su spartiti del musicista. Project Stravinsky permette cosi a Clark di ripensare al compositore che tanto ama, di rimontare Mmm... e O e di aggiungere un nuovo lavoro, I Do, usando la partitura di Les Noces.  
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Il trittico, eseguito con musica dal vivo, rivela la padronanza e la grandezza di 
Clark, attraverso una feroce e complessa coreografia. Secondo Stephanie Jordan in The Stravinsky Project la complessità delle partiture, i loro tempi elaborati, mettono Clark in una relazione completamente diversa con la scrittura di danza. Ciò che stupisce è la precisione quasi matematica della sua coreografia che esplora forma e movimento attraverso lo spazio e il tempo. Maturità artistica e personale che negli anni ha perso in teatralità per far vedere più chiaramente la danza, lasciando intatta la vocazione esplorativa e indagatrice.


​COMMISSIONI INTERNAZIONALI

Nel 2009, Clark festeggia i 25 anni della sua compagnia con Come, been and go. Presentato alla Biennale di Venezia l'opera esamina il suo passato, regalando a Kate Coyne l'assolo di Heroin, che interpreta in un costume ricoperto di siringhe finte, come quello che aveva indossato Clark più di dieci anni prima. Il pezzo, con le sonorità rock degli anni Settanta, voleva essere un tributo celebrativo ai lavori precedenti, ma ostentando nuovi stili e nuove idee.
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Nel giugno 2011 la Michael Clark Company presenta un'opera site specific commissionata dalla Tate Modern per la Turbine Hall. L'installazione  mostrava il processo creativo alla base del suo lavoro: dall'inizio, attraverso la pratica, fino alla performance. Con circa 50 ballerini, professionisti e dilettanti, ha riempito l'enorme spazio creando un forte impatto visivo contrapponendo le linee scultoree dei danzatori al design rigido e monocromatico della Turbine Hall. Lo stesso Clark è presente in scena, anche se per pochissimo, e appare in posizione fetale sotto un video di Bowie che canta Heroes.

Le produzioni 2012 includono lo spettacolo New Work e l'opera site specific alle Olimpiadi della Cultura 2012. Del 2013 è Animal / vegetable / mineral e i premi Robert Robson per la danza e Fondazione Peter e Irene Ludwig per l'innovazione nelle arti. Il 2014 gli fa ottenere la nomina a Comandante dell'Ordine dell'Impero Britannico (CBE) per i servizi offerti alla Danza.
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​UN VIAGGIO QUEER

Il suo lavoro più recente to a simple, rock 'n' roll... song.  che ha debuttato al Barbican di Londra nel 2016, potrebbe essere visto - come scrive Cassie Tongue, in un articolo per Time Out nel 2018 - come un'analogia di un viaggio queer: dall'esitazione all'amore per sè stessi. Poesia danzata che infrange (fortunatamente) le regole, così come i danzatori, evolvendo nella coreografia, passano dalla moderazione all'esplorazione corporea. Dall'esterno all'interno, cosi come il colore dei costumi, sinonimo di cambiamento emotivo, dal bianco e nero, passa al caldo rosso e all'oro.

Nel 2020 la Barbican Art Gallery inaugura la prima grande mostra dedicata all'opera del rivoluzionario artista britannico.


COREOGRAFIE

* 1979 Overground | Trio C Belongings
* 1980 Surface Values
* 1981 Untitled Duet
* 1982 Of a feather, FLOCK | A Wish Sandwich | Rush
* 1983 Parts I – IV | 1st Orange Segment | The Artless Dodge (I'm in an evil mood tonight, don't you want want me baby? and Sexist Crabs) | 12 X U | Mission Accomplished: Tutu Invisible
* 1984 Flippin' eck oh thweet myth-tery of life | Morag's Wedding | 12 extemporay, thank yoU | New Puritans (duet) | Parts I – IV (duet) | Do you me? I Did | New Puritans | Le French Revolting
* 1985 HAIL the classical | Angel Food | not H.AIR |  H.our caca phony
* 1986 Art for Money | Drop Your Pearls and Hog It, Girl | Swamp | No Fire Escape in Hell
* 1987 Pure Pre-Scenes | Because We Must
* 1988 I Am Curious, Orange
* 1989 Wrong | Rights | Heterospective
* 1990 Solo | Because We Must world tour
* 1991 Modern Masterpieces
* 1992 Rite Now | Mmm... | Bog 3.0
* 1994 O
* 1998 Yet | current/SEE
* 2001 fig – 1 | Before and After: The Fall
* 2003 Satie Stud | Would, Should, Can, Did | Rattle Your Jewellery | OH MY GODDESS | Look at that picture...
* 2004 nevertheless, caviar | Swamp
* 2005 A Physical Dialogue | Stravinsky Project Part 1: O
* 2006 Stravinsky Project Part 2: Mmm... | Merce's Nurse
* 2007 Stravinsky Project Part 3: I Do
* 2009 come, been and gone
* 2010 Tate Project: Part I
* 2011 th
* 2012 WHO'S ZOO? | The Barrowlands Project | New Work 2012
* 2013 animal / vegetable / mineral
* 2016
to a simple, rock'n'roll song
​
​
​FONTI
traduzioni di Davide Monetto
​
www.michaelclarkcompany.com
Everything Crossed Over’: Michael Clark’s Cheeky World of Dance, New York Time, 10.2.2020
Michael Clark: interview, The Sydney Morning Herald 27.01.18
Michael Clark: interview, The Observer New Review 02.10.16
AnOther Step: Michael Clark, AnOther Magazine Autumn/Winter 15
Michael Clark: ‘Extreme is good for me’, The Financial Times 15.11.13
Michael Clark Company Kaleidoscope Winter 10/11

​Michael Clark: Tate Modern Performance, AnOther Magazine 9.3.2010
Judith Mackrell on Michael Clark, The Guardian 30.09.10
Step-by-step guide to dance: Michael Clark, The Guardian 27.08.10
Michael Clark: interview, TimeOut Heroes 18.09.08
Interview: Michael Clark The guardian.com 08.09.2009

Il corpo di Clark..., Andrea Porcheddu, Romaeuropa festival 2001
www.romaeuropa.net/archivio/artisti/michael-clark

gb
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​
ApprofondiMENTI
QUEER E DANZA
​
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QUEER E DANZA | ANNI OTTANTA | LlOYD NEWSON
QUEER E DANZA | ANNI OTTANTA | LEA ANDERSON
QUEER E DANZA | ANNI OTTANTA | MATTHEW BOURNE
QUEER E DANZA | ANNI SETTANTA | TROKADERO BALLET

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