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Queer e Danza | Anni 80 | I deviati di Lloyd Newson

1/3/2021

 
FotoJohn, 2014 | ph B. Hopper
Elogiati dal mondo della danza, corteggiati dalle compagnie televisive per mostrare il loro lavoro sul piccolo schermo, i DV8 Physical Theatre fin dagli esordi dimostrano la loro unicità attraverso uno stile distintivo, prepotentemente emotivo e fisicamente audace. Caratterizzato dal desiderio di dissolvere le barriere che separano le arti, DV8 mette in discussione gli atteggiamenti e le credenze delle persone, attraverso la comunicazione di idee e sentimenti, in modo chiaro e senza pretese.

Temi sociali, quali libertà di parola, diritti umani, multiculturalismo, tolleranza, intolleranza, ruoli di genere, identità sessuale e classe sociale - letti spesso dal punto di vista personale - rappresentano per i Dv8 la sfida a superare i confini fra le arti. Elementi di teatro, danza, video e nell'ultimo periodo testo, vanno sovrapponendosi o dialogando nelle opere di Newson solo e sempre in funzione della trasmissione del messaggio. Non importa quale mezzo si usi, fondamentale è comunicare.

DV8 Physical Theater fondato nel 1986 da Lloyd Newson, nasce in risposta alla frustrazione per la mancanza di argomenti nella danza contemporanea. Il coreografo sentiva infatti che, negli anni Ottanta, il pubblico veniva "ingannato dalla profondità" della (molta) danza contemporanea, che considerava generalmente superficiale: ossessionata dall'estetica, sproporzionata rispetto al contenuto.

"C'è un pubblico là fuori che cerca disperatamente che la danza significhi qualcosa per loro, e ciò non significa che debba essere ovvio. Ma non vengono raggiunti."
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La Carne. Origine delle esperienze
Anni 1986-1999


FotoDead Dreams of Monochrome Men, 1988 | ph Eleni Leoussi
Ed infatti il primo lavoro prodotto da DV8, e realizzato in collaborazione con Nigel Charnock, dal titolo My Sex, Our Dance del 1986 affronta l'emergenza dell'AIDS e indagato l'idea di fiducia, sia emotivamente che fisicamente, tra due uomini gay. A questo seguirono Deep End (1987) - in cui la ballerina Liz Ranken si unì a Newson, Richecoeur e Charnock come interpreti - e Elemen T(H)ree Sex (1987), opere incentrate, questa volta sulle relazioni eterosessuali. Il lavoro successivo My Body, Your Body del 1987, esplorava la psicologia delle donne che cercano relazioni con uomini violenti. Il lavoro, oltre che su una registrazione audio di una cara amica di Newson, si basava sul libro Women Who Love Too Much di Robin Norwood, e vedeva la partecipazione di Wendy Houstoun.

Nel 1988, Dead Dreams of Monochrome Men, creato per il palcoscenico, due anni dopo, viene adattato per il cinema, dando il via ad una proficua consuetudine. Ispirato dalle parole di Killing for Company, libro sul serial killer Dennis Nilsen, lo spettacolo ottiene numerosi premi, tra cui il Time Out Dance Award e l'Evening Standard Ballet Award, entrambi nel 1989. Nel 1990, il regista David Hinton, commissionato dal South Bank Show (ITV), collabora con Newson per la trasposizione per il video.

Dopo Dead Dreams of Monochrome Men, Newson inizia a sviluppare uno stile più poetico, coinvolgendo scenografie sempre più complesse. All'epoca dichiarò Newson di essere "affaticato dalla fisicità e dai lividi che segnarono il lavori dal 1986 al 1989.

Il primo di questi lavori, If Only... (1990) segna un cambiamento stilistico rispetto ai lavori precedenti, e vede come protagonista Wendy Houstoun. Ispirato dagli scritti di Bertrand Russell, l'opera - tributo, riflessione sulla felicità - si aggiudica il Golden Pegasus Award al Melbourne International Festival.

Segue Strange Fish (1992), con Wendy Houstoun al fianco di Nigel Charnock e la cantante Melanie Pappenheim. Modificando il suo approccio Newson scrive le narrazioni prima del periodo di prove, e ancora una volta, lo spettacolo colpisce la critica. Strange Fish si aggiudica il London Dance & Performance Award e lo spettacolo viene adattato per il video dalla BBC con la regia di David Hinton. Il quotidiano Independent l'ha definita "una delle esperienze teatrali più ricche e spietate" come non se ne vede "da molto tempo". Esplora l'amicizia e, nelle parole di Newson, "la ricerca di qualcosa o qualcuno in cui credere".​

FotoMSM, 1993 | ph Gavin Evans
​Commissionato dal Royal Court Theatre è il lavoro del 1993 MSM. Basato su interviste ad uomini di varie età, background e sessualità sul tema del cottage, MSM è il termine sociologico per descrivere gli uomini che fanno sesso con altri uomini, indipendentemente dalla sessualità in cui si identificano. La parola cottage, che di solito significa una piccola, accogliente casa di campagna, è documentata già a partire dall'era vittoriana per riferirsi a un "bagno pubblico" (servizi igienici autonomi nella forma simili a piccoli cottage) e negli anni Sessanta del Novecento, il suo uso in questo senso, fu adoperato esclusivamente dalla comunità omosessuale, per indicare luoghi dal sesso occasionale. DV8 con MSM, mette in danza, approcci, dinamiche relazionali, tabù, per meglio far conoscere la natura umana.

Con Enter Achilles del 1995 dai luoghi "protetti" dei parchi e delle toilette, si passa ai pub, luoghi esposti, in cui sentirsi vulnerabili. Ambientato in un tipico pub britannico, Enter Achilles riflette, infatti, sul concetto di mascolinità nella società moderna. Raccontando come un gruppo di uomini nasconda azioni e sentimenti ritenuti poco virili, Newson espone come la repressione di queste emozioni sfoci in atteggiamenti di violenza, dominio, intolleranza. Diventato, anche questo, un film con la regia di Clara van Gool vince, tra gli altri, il Prix Italia nello stesso anno e un Emmy Award for the Performing Arts, nel 1997. 

Il 1997 vede l'esordio di Bound to Please. Qui Newson inizia a riflette sulle relazioni, mettendo in scena l'amore tra una donna più anziana, Diana Payne-Meyers e un uomo molto più giovane. Due anni dopo, con The Happiest Day of My Life (1999), Newson continua la sua riflessione esplorando i temi dell'amore e del tradimento, mescolando il surreale con il suburbano. Attingendo alle emozioni pure l'opera racconta la tentazione, la verità e l'inganno, in un mondo in cui tutti sembrano tradirsi a vicenda. Newson qui si chiede "Perché le persone hanno delle relazioni? "Non c'è enfasi sulla stimolazione mentale. Non sembra esserci nessun ballerino pensante. Dobbiamo cambiare la definizione di cosa sia la danza". The Happiest Day of My Life, con un​ elaborato set scenografico vince il Time Out Design of the Year. 
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Il Corpo Poetico
Anni 2000
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FotoJust for Show, 2005 | ph Jiri Volek
Nel 2000, le Olimpiadi della Cultura di Sydney hanno commissionato ai DV8 Can We Afford This, in seguito ribattezzato The Cost of Living. Lo stesso anno aprono la stagione Dance Umbrella, con tournèe ad Hong Kong. Nel 2003, commissionato da e per la Tate Modern, rielabora The Cost of Living con scene extra, e ne fa un'opera site-specific, Living Costs che esplora i concetti di arte alta e bassa, attraverso la danza, il circo, videoproiezioni e musica dal vivo. L'anno successivo, nel 2004, The Cost of Living, diventato un film, commissionato da Channel 4 e diretto dallo stesso Newson, vince 18 premi, tra cui il NOW Audience Choice Award al Moving Pictures Festival di Toronto e il Rose d' O per Arts & Specials nel 2005.

Just for Show (2005 – 2006) prima delle coproduzioni con il National Theatre - Straight With You, possiamo parlarne? e JOHN - incorpora la tecnologia virtuale e ha permesso a Newson di giocare con le idee e le immagini, cercando di capire perchè "le persone sono spesso più preoccupate di avere un bell'aspetto che di essere brave".

La produzione successiva, To Be Straight With You (2007), ha segnato il passaggio di Newson al teatro letterale, impostando un movimento minuziosamente dettagliato per parole reali (modificate) di persone vere. Per creare la sceneggiatura, 85 persone di diverse etnie e sessualità sono state intervistate da Newson e dal suo ricercatore, Anshu Rastogi, sulle loro esperienze e opinioni su religione, cultura e omosessualità.

Can We Talk About This? (2011-12), seconda produzione letterale, riflette su la libertà di parola, la censura e l'Islam. Anche qui, interviste esistenti o condotte dallo stesso Newson, hanno coinvolto persone associate al rogo dei Versetti satanici dell'autore Salman Rushdie e collaboratori del regista Theo van Gogh, assassinato dall'islamista olandese Mohammed Bouyeri. Con Can We Talk About This? i DV8 si aggiudicano un Helpmann Award (Australia, 2012), e la nomina come produzione dell'anno da Tanz Magazine (Germania, 2012). Presenza Italia al Romeuropa festival.

Il lavoro più recente di DV8, JOHN (2014) segue la storia della vita di un uomo, l'omonimo personaggio del titolo, interpretato da Hannes Langolf. Traccia la sua criminalità, l'uso di droghe, le relazioni personali, gli sforzi di riabilitazione e il desiderio di condurre una vita normale. Coprodotto dal National Theatre, JOHN è stato trasmesso nelle sale cinematografiche di tutto il mondo attraverso la rete NT Live.

Il 12 gennaio 2016, la compagnia, data la decisione del direttore artistico, Lloyd Newson, di ritirarasi, sospende la produzione di nuovi lavori.

DV8, fortunatamente, continua il suo percorso, e nel marzo 2020 mette in scena, all'Adelaide Festival, una nuova edizione di Enter Achilles, produzione Newson 1995, coprodotta da Ballet Rambert e Sadler's Wells.
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Foto
COREOGRAFIE 

1986 My Sex, Our Dance 1986
1987 Deep End | Elemen T(h)ree Sex | My Body, Your Body
1988 Dead Dreams of Monochrome Men
1990 If Only
1992 Strange Fish
1993 MSM
1995 Enter Achilles
1997 Bound to Please
1999 The Happiest Day of My Life
2000 Can We Afford This/The Cost of Living
2003 Living Costs 
2008 To Be Straight With You
2011 Can We Talk About This?
2014 John

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​FONTI
traduzioni di Davide Monetto

www.dv8.co.uk
Arditti, Michael, "At the theatre of blood and bruises: DV8 tread a fine line between athleticism and masochism. Their new work, MSM, goes one step further". The Independent, 5/10/2015
Kisselgoff, Anna. "Review/Dance; Clashes of the Sexes". The New York Times, 3/11/2015
Giannachi, Gabriella. On Directing: Interviews with Directors. New York: St Martin's Griffin. pp. 108–114. ISBN 0-312-22483-4
Judith, Mackrell, "Wendy Houstoun: the death that made me question everything". The Guardian, 5/10/2015
Meisner, Nadine, "Living Costs, Tate Modern, London". The Independent, 5/10/2015
Ellis, Samantha, "What Lies Beneath". The Guardian, 5/10/2015
Billington, Michael, "Can We Talk About This? – review". The Guardian, 5/10/2015
Charles Hutchinson, DV8 Physical Theatre's show at West Yorkshire Playhouse asks frank questions about sex and love, The Press, 22/10/2015
Dare to be different: DV8 Physical Theatre, The Guardian, 21/10/2008
romaeuropa.net/archivio/artisti/lloyd-newson-e-dv8-physical-theatre

gb


Approfondisci
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The new puritan, 1986
Foto
Linsday Kemp e David Bowie

Michael Clark

Linsday Kemp


Acclamato come "il vero iconoclasta della danza britannica", fin dall'inizio, le sue esibizioni sono state  un mix di rigore tecnico e sperimentazione, con coreografie intense unite ad elementi della cultura punk, dada, pop e rock. Le sue produzioni aprono  nuove strade, provocando  il pubblico.

Verso la fine degli anni Sessanta sviluppa la propria sintesi fra diversi linguaggi teatrali privilegiando un approccio personale e innovativo alla danza e al teatro, così nel 1968-1969 nasce la prima produzione di Flowers... una pantomima per Jean Gênet, liberamente tratto da Nostra Signora. ​
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Dead dreams of monochrome men 

Strange Fish


Primo spettacolo teatrale di DV8 ad essere adattato per il cinema nel 1990, esplora la solitudine, il desiderio e la fiducia. Fondato sulla convinzione che l'omofobia sociale abbia spesso conseguenze tragiche, Dead Dreams of Monochrome Men è alle prese con le forze inquietanti che hanno spinto Nilsen a uccidere per compagnia.

Strange fish, girato da David Hinton nel 1992, ruota attorno al desiderio di sfuggire alla solitudine. Qui Nigel Charnock recita uno dei suoi più maniacali e febbrili monologhi: "è bello se riesci a trovare qualcuno di speciale, qualcuno che è speciale nella tua vita, perché non c'è bisogno di stare da soli".
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    Giovanni Bertuccio

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