![]() Il primo linguaggio teatrale è stato quello del corpo. In una maniera non dissimile, alla fine del Novecento, con l'avvento del cinema, in cui mimica e gesti erano i mezzi con cui avveniva la comunicazione. R. Paolella, in Del linguaggio mimico-gestuale (1949), studiando le origini del linguaggio gestuale in rapporto al linguaggio cinematografico - riprendendo le tesi del glottologo M. Jousse, interessato soprattutto alla psicologia linguistica - giunge alla conclusione che il linguaggio mimico è più vicino di quello orale nel dare significato alle cose, al mondo esterno e ai nostri sentimenti. Insomma, nel teatro delle origini così come agli albori del cinema, l'azione mimica prevale sulla parola, la gestualità sulla comunicazione orale. E al centro vi è, naturalmente, il corpo, nella sua interezza oppure nelle sue manifestazioni più minute. ![]() Ed infatti, nel dramma classico la parola prevale sul gesto, nei mimiambi più antichi - mimi scritti in versi giambici - dialogo e azione mimica si bilanciano. Ma nelle primitive rappresentazioni sacre, dalle quali nasce il teatro greco, prevale di gran lunga l'azione mimica sulla parola. Senza testi né dialoghi, il mezzo di questo linguaggio non poteva essere che il corpo: mimica, gesticolazione, acrobazia. Linguaggio muto che da lontano giunge fino al Settecento come ci conferma G.M. Bergman in La grande mode des pantomimes à Paris vers 1740 et les spectacles d'optique de Servandoni (1960), in cui approfondisce il rapporto pantomima-cinema studiando pantomime presentate nelle fiere, nelle piazze e nei teatri dei mimi, affermando come il linguaggio del futuro cinema trasferirà in pellicola tutte le caratteristiche del 'teatro ottico'. ![]() Il gesto, il mimo, la pantomima, il movimento quotidiano perché immediatamente riconoscibile o di facile traduzione, nell'Ottocento - periodo in cui, testimonia G.G. Belli, mimica dell'attore era fatta di 'torcimenti, visacci e urla' - fu oggetto di studio approfondito tanto che A. Morelli, scrisse nel 1854 il Prontuario delle pose sceniche, che contava un elenco lunghissimo di pose. Ma è con T.A. Edison, che nel 1889, inventò il cinetoscopio, e con i fratelli Lumière, con le loro innovazioni di grafica del movimento, che la 'scrittura' del gesto e della mimica sarà possibile. Senza ovviamente dimenticare, Eadweard Muybridge, fotografo interessato allo studio del movimento, che progettò lo Zoopraxiscopio, strumento che permise la proiezione di più immagini, anticipando quindi la nascita "pubblica" del cinema. Fu anche il precursore della biomeccanica e della meccanica degli atleti utilizzando, nelle sue foto, la tecnica della cronofotografia per studiare il movimento degli animali e delle persone. gb |
AutoreGiovanni Bertuccio Archivi
Gennaio 2020
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