![]() Il teatro è sempre stato un’arte sociale, a differenza, per esempio, della pittura e della scultura. Un quadro o una scultura esistono indipendentemente da chi li guarda in quanto oggetti e opere. Al contrario, uno spettacolo senza pubblico non può esistere, perdendo di senso. A questo proposito è Claudio Meldolesi - in Il lavoro del dramaturg. Nel teatro dei testi con le ruote - che conferma che «l’azione teatrale proviene dalla mente […] ma con modalità collettive anziché individualizzatrici, controllabili anziché dominatrici, coinvolgenti anziché introverse, portatrici di arricchimento affettivo e artistico». ![]() «Potremmo avanzare l’ipotesi, continua Marco De Marinis, ne Il teatro dell’altro. Interculturalismo e transculturalismo nella scena contemporanea che, all’origine tanto dell’antropologia quanto del teatro moderno, ci siano un Io e un Altro e la relazione degli sguardi che li lega. A teatro (…) lo spettatore rappresenta l’osservante primario, pur essendo nello stesso tempo l’osservato: anche l’attore infatti guarda lo spettatore, e lo guarda con quello stesso miscuglio di curiosità, diffidenza e sorpresa che è intrinsecamente alla base di ogni relazione con l’altro e della fascinazione che la sostanzia.» ![]() Il teatro sociale mette in azione e in relazione tre comunità: * quella di chi crea e realizza lo spettacolo (che coinvolge una pluralità di soggetti «creatori»); * quella di chi assiste allo spettacolo (il pubblico), che si fonde in una comunità più ampia con gli opertaratori; * quella della società che ospita lo spettacolo, il territorio nel suo complesso. Non trovando il suo punto di forza nell’intrattenimento, nel divertimento o nell’evasione, e non esaurendosi nell’evento spettacolare, il Teatro sociale si rivolge prima di tutto a chi lo pratica. Ed il Gruppo che si verrà a creare avrà come obbiettivi: * il superamento dell rigidità e delle inibizioni; * la sensibilizzazione alla consapevolezza di sé stessi e della propria capacità di azione; * la semplificazione delle relazioni interpersonali e di gruppo; * lo sviluppo delle capacità espressive nonché della creatività individuale e collettiva (fisico-gestuale o sonoro-verbale); * l’integrazione del singolo nel gruppo, e del gruppo nel corpo sociale. gb |
AutoreGiovanni Bertuccio Archivi
Gennaio 2020
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