![]() Il Novecento vede la nascita delle Avanguardie storiche che sviluppano e ampliano le innovazioni, non solo stilistiche, dei loro predecessori e come si è visto i nuovi ideali, i nuovi modi di sentire e percepire il corpo si legavano a scoperte recenti nell'ambito dell scienze sociali, e di quelle filosofiche. Insomma l'arte, in maniera più corposa rispetto le altre decadi, investiva la vita. Le si sovrapponeva, confluiva in essa e il corpo, prigione dell'anima, si liberava dalla gabbia e pretendeva ascolto. Nietzsche e Freud, l'uno con una sensibilità estrema l'altro con la padronanza della scienza, hanno dato inizio a quella emancipazione dalla mortificazione del corpo, mettendo in discussione il concetto di peccato, vergogna, pudore. Nel Futurismo, ad esempio, in certi spunti della scultura di Boccioni, nelle provocatorie serate futuriste, in certe forme di intervento sulla società dell’epoca, nel teatro e persino nelle declamazioni poetiche di Marinetti, il corpo mirava ad essere istintivo, a rispondere senza mediazioni e in maniera "automatica" agli stimoli esterni. L'inconscio pretendeva le sue regole e l'Es le metteva in atto. In Dada - movimento filosofico più che artistico, tanto che è più prolifera la documentazione letteraria che quella artistica - le manifestazioni che implicavano degli sconfinamenti teatrali in artisti e scrittori, al Cabaret Voltaire di Zurigo, tra il 1916 e il 1918, nella radicale negazione dell’arte – praticando quella che i dadaisti chiamavano l’anti-arte negando tecnica e tradizione - mettevano in scena un corpo libero, artistico nella possibilità di potersi esprimere, al contrario, della corporeità che, colpa la guerra e la società industriale, confinava il corpo in rituali quotidiani, gesti codificati, movenze robotiche. ![]() Il Surrealismo, che si proponeva di capovolgere gli statuti dell’arte e della letteratura, secondo le parole di André Breton che ne fu il teorico, è stato il movimento che più ha indagato l'incoscio. Il "nascosto", il "non compreso", il "sensuale vitalistico", seguendo, ancora una vola, le teorizzazioni di Freud sulla sessualità, le ambivalenze della libido in questioni attinenti il desiderio, il sogno ed il fantastico, venivano ascoltate e assecondate. E l'artista surrealista, parte da sè, dal proprio corpo, giocando con autoritratti manipolati della propria immagine per scoprirsi e far scoprire, pensiamo a certe opere di Marcel Duchamp o di Salvador Dalí, in cui il corpo, si trasforma e si camuffa, riflettendo sulla propria identità personale e sessuale. Ma, con il Surrealismo, si afferma anche il senso di estraneazione dell’individuo all'interno della società di massa - pensiamo alle anticipazioni nella Pittura metafisica di De Chirico, o a certe formulazioni del Dada berlinese di un G. Grosz, sempre ligio alla denuncia sociale e politica. Si enfatizza il lato patologico della società e dei rapporti interpersonali, nei quali il voyeurismo o l’esibizionismo con i correlati comportamenti sadici, masochisti o feticisti si legano alla totale anomia o indifferenza rispetto ad un più ampio contesto sociale. Aprendo così la strada alle generazioni successive che esasperano tali intuizioni.. gbApprofondimenti
Speciale del programma Passepartout dedicato a Dada, il dadaismo e i dadaisti. Philippe Daverio, sempre con uno sguardo a 360°, ne discute con tre autorevoli esperti d'arte: Achille Bonito Oliva, Gino di Maggio e Antonio Ballista.
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AutoreGiovanni Bertuccio Archivi
Gennaio 2020
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