![]() Con l'industria dell'intrattenimento che indirizza verso forme più istituzionalizzate di svago, prodotte con grandi mezzi e tecnologie, gli artisti di strada sono molto più rari di un tempo, quando non vi erano radio o televisione e gli spettacoli di strada costituivano un'attrattiva immancabile in ogni festività. In Italia la situazione non è così avanzata, l'immagine del teatro di strada italiano è purtroppo ancora molto legata agli Artisti di Strada, una forma di piccolo spettacolo tradizionalmente italiano, accomunato alla forma artistica dei buskers, che di solito si esibiscono a cappello. Fra gli anni '70 e gli '80 ci fu un grande fermento e il teatro rappresentato nell’edificio teatrale, lascia la scatola nera e torna nelle piazze, per strada. Si riappropria degli spazi scenici che già gli appartenevano con una consapevolezza tutta diversa, con la sperimentazione di soluzioni diverse, spesso finalizzate alla rivoluzione teatrale o ad intenti dichiaratamente politici, o alla rivoluzione sociale e/o politica. Il teatro popolare oggi va quindi di nuovo verso la gente, riscoprendo un decentramento antico, permettendo alle persone che non possiedono cultura teatrale di assimilare dal vivo questo tipo di esperienze. Normativa![]() La prima legge che regolasse gli artisti di strada la troviamo nell'antica Roma nel 462 a.C. Le leggi delle dodici tavole prevedevano, come forma di reato, eseguire (pubblicamente) delle parodie o canti diffamatori nei confronti di qualcuno. La sanzione era la morte. Oggi, il settore è in fase di riconoscimento da parte del Ministero della Cultura ed esiste una Federazione Nazionale che raduna artisti, compagnie e promotori professionisti, alla quale si possono richiedere materiali e approfondimenti relativi all'attività professionale. In Italia, la prima delibera in una grande città venne approvata a Roma nel 2000, su impulso del consigliere Pino Galeota e degli artisti di strada riuniti nel Co.R.A.S. (Coordinamento Romano Artisti di Strada); nel corso della presentazione della delibera è intervenuto a prendere la parola anche Dario Fo, al tempo da poco insignito del premio Nobel. Nello stesso anno, il regista Wladimir Tcherkoff realizzò per la Televisione della Svizzera Italiana un film documentario sulla situazione dell'arte di strada romana dopo la delibera, dal titolo La strada come palcoscenico. L'abrogazione nel 2001 dell'articolo 121 del TULPS, che disciplinava l'esercizio di tale attività attraverso l'iscrizione degli artisti di strada in appositi albi presso il loro comune di residenza, ha di fatto creato un vuoto legislativo. Ora ogni amministrazione comunale riempie come meglio crede tale vuoto legislativo: si va dall'assoluto divieto all'adozione di specifica delibera. Il panorama giuridico, pertanto, è variegato e frammentato. ![]() Nel decennio successivo, causa la massiccia immigrazione, il quadro sociale degli artisti di strada a Roma mutò profondamente rendendo necessario un aggiornamento del regolamento. E' stata quindi realizzata una nuova delibera nel 2012 per mano dell'Assessore alla Cultura Dino Gasperini, contestata dal movimento Strada Libera Tutti formato dagli artisti di strada romani, che ha fatto ricorso al TAR ottenendo l'abrogazione dei due articoli in cui, indipendentemente dall'uso che ne veniva fatto, si vietava l'uso di amplificazioni di qualsiasi tipo e di strumenti a fiato e a percussioni di qualsiasi genere. E' Milano però, nel 2012 grazie a Luca Gibillini (Sel), che ha approvato il più avanzato regolamento esistente in Italia sull'arte di strada. Un sistema di turnazioni, una mappatura di oltre 250 luoghi dove esibirsi e soprattutto l'introduzione della prima piattaforma online [www.stradaperta.it] dove è possibile registrarsi, iscriversi e monitorare tutte le esibizioni in tempo reale. Attraverso il regolamento e la piattaforma Milano è stata proclamata la terza miglior città al mondo per arte di strada. Sistema però contestato, in quanto secondo alcuni il software che gestisce la prenotazione delle postazioni di spettacolo ha un funzionamento che penalizza fortemente la qualità della proposta artistica, incoraggiando l'esibizione di figure non professionali. gb |
AutoreGiovanni Bertuccio Archivi
Gennaio 2020
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