“C'era un tempo in cui gli uomini e le donne, i ragazzi e le ragazze, i bambini e le bambine potevano vedere, nelle nuvole che corrono basse lungo i monti, le Fate danzare nei loro cerchi e sapevano ascoltare le storie e le leggende che il vento narrava soffiando fra i rami degli alberi, fra le lose dei tetti e nelle gole più strette delle montagne.” D. Le fiabe. Fra tradizione e attualizzazione, l'importanza della metafora oggi.. R. Aldilà di ciò che si racconta è la situazione ad essere fondamentale. Lo stare insieme, in un luogo raccolto, con la presenza di un animale è qualcosa di atavico, che abbiamo fatto per migliaia di anni. E' qualcosa che ci appartiene e che oggi ci manca e, questa mancanza, questa nostalgia atavica, deve essere colmata! Io racconto fiabe della tradizione e testi nuovi "di narrazione" scritti per NOI da Luciano Nattino e Antonio Tarantino. D. La memoria. Il recupero antropologico e letterario del lascito orale nel territorio Gozzano. R. Gozzano lo possiamo inserire come territorio "locale" nel Canavese, in particolare nell'Anfiteatro Morenico d'Ivrea, che io ho negli anni indagato, setacciato e riproposto sempre dal punto di vista di fiabe e leggende per intero, ridando vita a quello che è rimasto, e c'è ancora parecchio e ci sarebbe parecchio ancora da fare. D. Quando nasce e da cosa è scaturita la collaborazione con l'asina Geraldina? R. E' stato un caso di serendipity (quando trovi quello che non cerchi), La necessità di trovare un mezzo di trasporto per "bagagli" durante i miei giri in montagna a cercare e raccontare fiabe e leggende, inizialmente (1997) mi sono rivolto ad una associazione che si occupava della riscoperta del'ASINO, chiedendo loro di accompagnarmi, ma nel periodo che a me interessava loro non potevano, però mi hanno consigliato di prendere un asino, che l'effetto sarebbe stato dirompente, ho ubbidito e così è stato (sono figlio di contadini, dotato di cascina e stalla), il popolo viene per l'ASINO e come dico nello spettacolo senza di lei niente si sarebbe mosso. Poi negli anni ho trovato tante assonanze fra gli asini dimenticati e le fiabe che non si raccontano più, ho imparato cos'è un mondo "non antropocentrico" e con la mia attività è quello che vado a proporre una visione del mondo "NON ANTROPOCENTRICA". D. Paolo Poli. Fra intelligenza, somma cultura e visione ludica della vita, Talismani vuole essere un tributo, oltre che all'opera di Gozzano, al teatro dell'artista da poco mancato? R. Qui si tratta delle Celebrazioni del Centenario della Morte di Gozzano. Paolo Poli con lo spettacolo Farfalle ha fatto un lavoro su Gozzano fantastico, per intelligenza, somma cultura e visione ludica della vita e anche sottilmente politico. E' il miglior manifesto che ci sia per valorizzare l'opera di Gozzano è quasi imperdonabile non tenerne conto, nello spettacolo Farfalle con pochi sintetici interventi lo definisce magistralmente, da a Cesare quello che è di Cesare. Ho ascoltato per mesi il Cd pregando che il suo spirito, nella miseria della mia carne alegiasse, che fosse pioggia e aria. Di certo a parte questo site specific inserirò i testi di POLI nel mio lavoro sulle fiabe di Gozzano, un cappello con la veletta, un paio di guanti e sarò la SUA "amorevole, perfida e compassionevole " Amalia Guglielminetti. D. Vivere di teatro in Italia è impossibile, occorre costanza e ricerca di alternative. Più che una passione la tua appare una necessità. Quali "talismani" cela e concede, secondo te, il teatro? R. Il mio è un percorso molto personale, tarato sulle mia vita, sicuramente una "necessità", a cui ho sempre dato risposte coerenti e in sintonia con le mie "mancanze" e i miei "bisogni". Negli ultimi 10 anni ho lavorato molto per accettare il mio teatro e a 60 anni sono molto contento di quello che ho fatto e convivo sempre meglio con questa "necessità". Il TALISMANO che cela il Teatro è la possibilità che hai di "studiare" sempre, di "crescere", "scoprire" esperienze di vita, di mettersi in gioco.. (banalità?) gb |
AutoreGiovanni Bertuccio Archivi
Gennaio 2022
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