![]() Tema fondamentale della ricerca dell'Arte Relazionale, che si sviluppa nella seconda metà degli anni '90, è il rapporto tra arte e vita, sulla base di una analisi di carattere filosofico-esistenziale dell'individuo moderno. L'artista relazionale, abbandonando l'idea della produzione di un qualsiasi oggetto artistico, si concentra sulle possibilità di intervento sulla persona, la propria e quella del fruitore, in un rapporto di reciproche influenze ed interelazioni. L'arte diviene così luogo di incontro, dialogo e confronto in cui l'artista gestisce con metodologie proprie il compiersi della finalità dell'opera. Non è difficile individuare gli avi di questo tipo di arte in correnti quale ad esempio Fluxus, il GRAV o il Gruppo T - che scriveva accanto alle sue opere in mostra "Si prega di toccare", invitando esplicitamente il visitatore ad un intervento diretto - o in linguaggi espressivi come la Body Art, l'Happening, la Performance ed in genere in tutti i movimenti concettuali dagli anni '60 in poi, come conferma Angela Vettese nel suo Fuga dal quadro, nei quali lo spettatore viene chiamato alla collaborazione, divenendo esso stesso parte dell'opera attraverso la sua partecipazione attiva. L'Arte Relazionale, che ripensa in modo nuovo le figure dell'artista, dell'opera e del pubblico fruitore, va alla ricerca dell'origine di una sorta di creatività collettiva che si esprime attraverso pratiche artistiche nuove nei modi, nelle tecniche e nelle finalità, per la quale non è importante l'opera, ma la sua motivazione, la processualità attraverso la quale si compie, in una "zona di confine indistinta tra io e noi" come la definisce Carolyn Christov-Bakargiev, dove la "relazionalità" introduce la "necessità" della collaborazione artista-fruitore. Il critico e curatore francese Nicolas Bourriaud ha contribuito alla codificazione di questo tipo di arte. Negli ultimi anni il suo testo Estetica Relazionale (1998) è stato oggetto di grande interesse da parte di importanti riviste del settore come October o Third Text e di un pubblico sia appassionato che generico. Grazie alla diretta collaborazione con vari artisti, Bourriaud è stato in grado di riconoscere ed evidenziare i caratteri peculiari che accomunano le loro opere senza definirne uno stile univoco ma piuttosto un orizzonte teorico nuovo rispetto al passato. Alle pratiche di numerosi artisti contemporanei - tra i quali Félix González-Torres, Rirkrit Tiravanija, Philippe Parreno, Liam Gillick, Carsten Höller, Oreste - che definisce operatori di segni o semionauti, il critico dedica l'ultimo capitolo del suo saggio leggendoli alla luce della riflessione filosofica del francese Félix Guattari sull'estetica e sull'arte. Guattari, parla dell'arte in relazione alla vita nella sua totalità, partendo dalla sua pratica professionale di psicoanalista, riconoscendo, nella sua esperienza, il ruolo dell'arte come elemento terapeutico, utile a stimolare positivamente la soggettività per liberarla dall'alienazione e omologazione tipiche della realtà capitalistica. Nel mondo contemporaneo, caratterizzato dalla comunicazione di massa e dalla progressiva omologazione della tipologia dei rapporti interpersonali ed economici, l'opera relazionale svolge la funzione di interstizio, uno spazio in cui si creano alternative di vita possibili. gb |
AutoreGiovanni Bertuccio Archivi
Gennaio 2020
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