ART IS PRESENT
  • Home
  • Associazione
  • Perchè?
  • Hic et Nunc
    • Hofesh Shechter 21
    • Sidi Larbi Cherkaoui 99 | 19
    • #Pensierobimbo | Incanti 18
    • EgriBianco | Showcase 18
    • TST | Il Cielo su Torino 18
    • Perunteatrocontemporaneo16
  • Editoriali
    • 09 - 19 | 10 anni di?
    • Editoriale | Corpo
    • Editolriale | Relazione (?)
    • Editoriale | Strada
  • Numeri
    • V. Queer 19-22 >
      • Arte 22
      • Danza 21
      • Teatro 20
      • Teorie 19
    • IV. Tecnologia 18 >
      • Téchne e Arte
      • Téchne e Danza
      • Téchne e Teatro
    • III. Corpo 17 >
      • Corpo e Arte
      • Corpo e Danza
      • Corpo e Teatro
    • II. Relazione 16 >
      • Arte Relazionale
      • Danza di Comunità
      • Teatro Sociale
    • I. Strada 16 >
      • Street Art
      • Street Dance
      • Teatro di Strada
    • O. Start >
      • Speciale | La sottise
      • Speciale | Nicola Galli
      • Speciale | Vucciria Teatro
  • Queer
  • Contatti

BIANCA TEATRO                                                  SILVIA BATTAGLIO                                                OFELIA | INTERVISTA

11/28/2016

 
Foto
La sposa blu | Silvia Battaglio, 2022


​I PRIMI 10 ANNI

In occasione dei sui 10 anni di carriera, Silvia Battaglio torna ad Ofelia. Occasione imperdibile per chiederle del suo corpo e conoscere meglio il mezzo di cui il teatro si serve. Cosa è cambiato in questa decade? Ofelia sta a Silvia oggi come ieri? Come si insegna la padronanza del corpo? E infine che rapporto ha, oggi, Silvia con la stratificazione del suo corpo? Scopriamolo leggendo l'intervista. Risposte sapienti da chi l'arte la vive come necessità. E in Ofelia l'inizio del suo gusto pregevolissimo.


​INTERVISTA

D. 10 anni di Ofelia, ma anche un lungo percorso che si iscrive, come esperienza, sul tuo corpo. Materia femminile che "vivendo" in icone donne della letteratura teatrale vuole parlare solo alle donne e del loro universo?
​
​R. Certamente la mia ricerca ha sempre avuto un occhio di riguardo verso quelle che sono tematiche e dimensioni che toccano più da vicino il femminile, ma è proprio attraverso l’analisi di figure e di icone femminili appartenenti alla grande letteratura che ho potuto rivolgere lo sguardo e immergermi verticalmente anche nell’analisi di personaggi maschili che in qualche modo incontrano il femminile, così è stato per Humbert (in Lolita), Agamennone (in Verso Elettra), Giuseppe (in Un sogno per Maria), Amleto (in Ofelia) e certamente adesso più che mai in Orlando di Virginia Woolf, prossimo al debutto il 3 Gennaio al Teatro Gobetti di Torino, dove il confine tra maschile e femminile diventa liquido e impalpabile.

​
D. Il tuo corpo, insieme di mente e carne, come è cambiato in questi 10 anni? Insomma Silvia sta Ofelia, ancora oggi come allora?

​
R. Il mio corpo penso abbia maturato una certa consapevolezza data dal tempo e dai personaggi che lo hanno plasmato, attraverso quel movimento interiore invisibile che si fa respiro, traccia, segno, e che inevitabilmente matura nel corso degli anni, grazie al lavoro su sè stessi e agli incontri preziosi della vita. Oggi Silvia e Ofelia si ritrovano come due amiche che dopo diversi anni si amano come il primo giorno, e forse si conoscono anche più di dieci anni fa.



D. Come aderisce il corpo del personaggio alla tua pelle? Possessione o cammino insieme?
​
​
R. Direi che all’inizio è come un colpo di fulmine, e quindi se vogliamo è una forma di “possessione”, un istante di passione che si accende, che si infiamma e ti fa innamorare. Ma poi, come nell’amore credo, affinchè il personaggio prenda forma e cresca radicandosi nel corpo, nei sentimenti e nella pelle, è necessario camminargli affianco, volergli bene giorno per giorno, a partire dal lavoro in sala, per passare al pensiero, allo studio, alla scrittura, fino ad arrivare a scegliere per lui gli oggetti e i costumi di scena. E tutto questo combinato insieme si inserisce nel lavoro sul corpo del personaggio che quindi diventa una “parte di noi”.
​


D. L'esperienza con l'Odin Teatret cosa ha contribuito, se lo ha fatto, nel tuo intendere il corpo in scena?


​R. L’esperienza con l’Odin Teatret ha contribuito soprattutto da punto di vista della “gestione del tempo”, perché mi ha dato modo di sperimentare un percorso di creazione in completa pace, lontano da tutto, una pace in cui “azione” e “attesa” avevano lo stesso diritto di cittadinanza, nel pieno rispetto del lavoro artistico. Azione e attesa, ovvero due facce della stessa medaglia grazie alle quali è possibile una completa immersione, quasi ascetica, che non solo accelera i tempi di creazione, ma li migliora nettamente. Inoltre lo sguardo presente e altamente umano e artistico di Julia Varley, durante il periodo di residenza all’Odin Teatret, è stato un tocco di determinante bellezza che ha conferito forza e determinazione alla mia ricerca fisica ed emotiva su Lolita, e sul mio percorso in generale.


D. Il tuo lavoro di insegnante. Come si insegna la conoscenza e la padronanza del corpo?


R. Come formatrice teatrale, penso sempre che innanzi tutto sia fondamentale aiutare i giovani a pensare in modo fisico, lasciandosi alle spalle le paure, i giudizi, le gabbie del pensiero razionale, gli schemi, e aprendosi, con fiducia e pazienza, allo studio su sè stessi attraverso le meccaniche del corpo e dei sentimenti ad esso connessi. Certamente aprire la finestra della fantasia e dell’immaginazione coadiuva questo processo di “liberazione” e di studio sul corpo, ma sono assolutamente indispensabili anche la costanza e la determinazione, nello studio delle tecniche e delle metodologie, per poter raggiungere una piena padronanza del proprio strumento corpo/voce. E per questo ci vuole spirito di sacrificio e una buona dose di forza di volontà.

D. Il tuo rapporto col corpo, come donna ed essere umano. Artista e comunicatrice.
​


R. Il mio rapporto col corpo come artista lo sento pieno e dedicato completamente a ciò che sono chiamata ad interpretare, nella vita è un po’ diverso, paradossalmente laddove in scena ci si sente più sicuri di sè stessi, nella vita scopriamo ogni giorno zone di fragilità e sensibilità che non sapevamo di avere, ma è anche vero che l’artista per definizione è un essere umano che porta con sé un mondo di contraddizioni e chiaroscuri tali da poter avere la forza per andare in scena ed esporsi, ogni volta, come fosse la prima volta. Forse la fragilità dell’essere umano corrisponde alla sua forza come artista? Chissà…

gb 
​



​APPROFONDIMENTI
BIANCA TEATRO
​
​

NATI DALLA TEMPESTA 2015 INTERVISTA
LOLITA 2015 | RECENSIONE
LE CORPS DE JEANNE 2011 RECENSIONE
UN SOGNO PER MARIA 2008 RECENSIONE

    Autore

    Giovanni Bertuccio

    Archivi

    Gennaio 2022
    Gennaio 2021
    Gennaio 2020
    Settembre 2019
    Marzo 2019
    Gennaio 2019
    Ottobre 2018
    Giugno 2018
    Maggio 2018
    Aprile 2018
    Gennaio 2018
    Marzo 2017
    Dicembre 2016
    Novembre 2016
    Ottobre 2016
    Settembre 2016
    Luglio 2016
    Giugno 2016
    Maggio 2016

    Categorie

    Tutti
    Action Painting
    AIDS
    Anna Halprin
    ANNI NOVANTA
    Anni Sessanta
    Arnulf Rainer
    Art Brut
    Arte
    Arte Dei Folli
    ARTE E STRADA
    ARTE RELAZIONALE
    Azioni
    Bodyart
    CAMP
    Cibele
    CIRCO VERTIGO
    CLAUDIO ZANOTTO CONTINO
    COMPORTAMENTO
    COOPERATIVA ITALIANA ARTISTI
    Coreografi
    Corpo
    CORPO E TEATRO
    Cromosomi
    Cubo Teatro
    Danza
    DANZA CONTEMPORANEA
    Danza Di Comunità
    Danza Di Comunità
    DANZA URBANA
    DES Danza Educazione Società
    Drag
    EGRIBIANCODANZA
    FESTIVAL
    FLIC TEATRO
    Franca Zagatti
    Gender
    Genere
    Genetica
    GRAFFITISMO
    Graphic Novel
    Gunter Brus
    Hans Prinzhorn
    Hermann Nitsch
    Il Teatro Dell'altro
    Informale
    INTERPLAY FESTIVAL
    Interviste
    ITALIA
    Jean Claire
    Jean Dubuffet
    JEFF KOONS
    Judson Dance Theate
    Kunst Und Revolution
    LACAN
    La Nuova Drammaturgia Napoletana
    L'art Chez Les Fous
    Lesbismo
    Luca Silvestrini
    Malerei-Selbstbemalung-Selbstverstumme-lung
    Mario Mieli
    MICHEL FOUCAULT
    Monique Witting
    MOSTRE
    NATURA IN MOVIMENTO
    Nicola Galli
    NICOLAS BOURRIAUD
    NOVECENTO
    ORLAN
    Otto Muehl
    Otto Muhl
    Performance
    Pollock
    PROGETTO ORESTE
    Protein Dance Company
    PSICODRAMMA
    QUEER
    Queer E Arte
    Queer E Danza
    Queer E Teatro
    Registi
    Renato Barilli
    Riti Di Passaggio
    Riti Orgistici
    Rito E Danza
    RUDOLF LABAN
    SILVIA BATTAGLIO
    STRADA E ARTE
    STREET ART
    STREET DANCE
    Taurobolio
    Teatro
    TEATRO A CORTE
    Teatro Di Orge E Misteri
    TEATRO DI STRADA
    Teatro Sociale
    TECNOLOGIA
    TORINO
    TRACEY EMIN
    VUCCIRIA TEATRO
    Walter Benjamin
    Wiener Aktionisten
    Willi Ninja
    Wolfli

    Feed RSS


Foto

Art is Present 
Magazine d'Arte e Cultura
​Teatro e Danza. Queer

​
Testata giornalistica registrata al Tribunale di Torino n. 439 del 07 novembre 2016
Direttore Giovanni Bertuccio
​

email:

 info@artispresent.it

  • Home
  • Associazione
  • Perchè?
  • Hic et Nunc
    • Hofesh Shechter 21
    • Sidi Larbi Cherkaoui 99 | 19
    • #Pensierobimbo | Incanti 18
    • EgriBianco | Showcase 18
    • TST | Il Cielo su Torino 18
    • Perunteatrocontemporaneo16
  • Editoriali
    • 09 - 19 | 10 anni di?
    • Editoriale | Corpo
    • Editolriale | Relazione (?)
    • Editoriale | Strada
  • Numeri
    • V. Queer 19-22 >
      • Arte 22
      • Danza 21
      • Teatro 20
      • Teorie 19
    • IV. Tecnologia 18 >
      • Téchne e Arte
      • Téchne e Danza
      • Téchne e Teatro
    • III. Corpo 17 >
      • Corpo e Arte
      • Corpo e Danza
      • Corpo e Teatro
    • II. Relazione 16 >
      • Arte Relazionale
      • Danza di Comunità
      • Teatro Sociale
    • I. Strada 16 >
      • Street Art
      • Street Dance
      • Teatro di Strada
    • O. Start >
      • Speciale | La sottise
      • Speciale | Nicola Galli
      • Speciale | Vucciria Teatro
  • Queer
  • Contatti