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Queer | Il Drag

1/5/2020

 
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Alexander Hedges Steinberg | Sasha Velour Drag Queen
​La nozione di un’identità di genere originaria o primaria viene spesso messa in discussione nelle pratiche culturali del drag, nel travestimento e nella stilizzazione sessuale, destabilizzando proprio la distinzione tra naturale e artificiale, tra profondità e superficie. 

Il primo uso documentato della parola drag usato per descrivere attori vestiti con abiti da donna risale al 1870. Acronimo di Dressed Resembling A Girl (vestito come una ragazza), veniva usato per descrivere il travestitismo teatrale maschile. Queen invece potrebbe provenire dall'atteggiamento di finta regalità inscenato durante le esibizioni. Collegato ai termini quean o qwene, che in anglosassone significavano semplicemente "donna", veniva utilizzato per riferirsi a donne promiscue e uomini gay. 

Considerare però, una "drag queen" un "travestito" è un grosso errore. Non tutti gli artisti drag, infatti, cercano di creare l'illusione dell'altro sesso, e chi lo fa, "si maschera" per un evento specifico o una performance, con lo scopo di intrattenere il pubblico. Mentre un travestito si veste del sesso opposto per feticismo o per emulare una figura femminile specifica, come attrici o cantanti, nella vita di tutti i giorni.
FotoKristine Bellaluna | Landon Cider Drag king
​Nella teoria femminista, queste identità sono state, però, considerate degradanti per le donne, che vedevano nel drag e nel travestimento, un’appropriazione stereotipizzata dei ruoli sessuali, pensiamo alle identità lesbiche butch/femme ad esempio. Ma la relazione tra “imitazione” e “originale”, dice Butler, è più complessa di quanto la critica femminista consideri. E' vero che nell'immaginario e nella pratica, il drag, può creare un’immagine unificata della donna, cosa spesso contestata a ragione, ma rivela anche quegli aspetti del genere che vengono falsamente naturalizzati attraverso la finzione regolativa della coerenza eterosessuale.

Il travestimento, inteso come progetto d'immagine, rivela che l’identità originale su cui si modella il genere è un’imitazione senza un’origine e i significati di genere, nel travestimento sono comunque de-naturalizzati. Si capisce bene che il genere non può che essere un “atto”, una costruzione in divenire aperta a scissioni, all’auto-parodia, all’autocritica e alle esibizioni iperboliche del naturale. E per un’identità, essere in continua evoluzione, significa non essere né determinata né totalmente arbitraria, come invece, la costruzione culturale della critica femminista, intrappolata nel binarismo del libero arbitrio e del determinismo, affermava in maniera troppo semplicistica.

FotoEvah Destruction | Alexander Surian Drag Monster
​In Paradigm, un saggio che appartiene alla prima fase del lavoro di Monique Wittig, si considera che il rovesciamento del sistema binario potrebbe inaugurare una sfera culturale caratterizzata da molti sessi. All'interno del saggio facendo riferimento all’Anti-Edipo scrive: per noi non ci sono uno o due sessi ma tanti, tanti sessi quanti sono gli individui. La proliferazione dei sessi, ovviamente, comporta la negazione del sesso in quanto tale, mentre la sedimentazione delle norme di genere produce, invece, il fenomeno di un “sesso naturale” o di una “donna vera”. 

Se le identità non fossero più fissate, sostiene Butler, e se la politica non fosse più concepita dai presunti interessi di una serie di soggetti, allora, dalle rovine del vecchio, emergerebbe senz’altro una nuova configurazione della politica e dunque una nuova società, inclusiva e più evoluta.


gb



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La sottise, 2019
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La sottise, 2019


​Patriarcato


​Lo Stato
 liberale moderno definisce gli uomini e le donne come cittadini uguali di fronte la legge, mentre la società eteronormata li definisce come esseri opposti, descrivendo le donne come casalinghe dedite alla casa e ai figli. Le donne che entrano in politica devono, ancora oggi, lottare per ottenere credibilità, in virtù della loro cittadinanza..


​Femminismo


​Il Movimento di liberazione della donna si opponeva 
all'idea degli uomini come classe sessuale dominante, alla violenza sessuale come affermazione del potere maschile sulle donne, e alle immagini mediatiche che dipingono la donna come passiva, frivola e sciocca. E la divisione del lavoro è solo una parte di un processo più generale.
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RuPaul's Drag Race


​RuPaul's Drag Race
, conosciuto in Italia anche come America's Next Drag Queen, è un reality show statunitense basato sulla competizione tra drag queen. Prodotto dalla World of Wonder è stato ideato nel 2009 da RuPaul che lo conduce ormai da 12 edizioni. Importantissimo per i giochi che deridono le convenzioni sessuali e di genere.
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RPDR All Stars

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​RuPaul's Drag Race
ha dato vita a vari spin-off, in Italia inediti, come RuPaul's Drag UK e RuPaul's Drag Race All Stars. Trasmesso a livello internazionale, lo show ha ricevuto vari premi, il premio come Miglior reality show ai GLAAD Media Awards 2010, 3 Emmy Awards come Miglior presentatore a RuPaul. 4 nomination ai Critics' Choice Television Award.
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Dragula | Boulet Bros

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​Dragula The Boulet Brothers è un reality show americano di drag queen prodotto da Boulet Brothers Productions. I fratelli Boulet, singolarmente Dracmorda e Swanthula Boulet, hanno sviluppato la serie TV Dragula basandosi sulle loro esperienze professionali nei club, dando vita ad un Carnival Drag in cui la vincitrice più che bella dovrà apparire mostruosa.

House of drag

 
House of Drag è una serie televisiva neozelandese prodotta dalla Warner Bros. Ha debuttato nel 2018 ed è presentato dalle drag queen Kita Mean e Anita Wigl'it. Come in Dragula i concorrenti sono sia Drag Queen che Drag King e almeno nella prima stagione, il tono era decisamente ironico, parodico, freaky, come lo spirito delle origini del drag, dove il must era grottesco.
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    Giovanni Bertuccio

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Testata giornalistica registrata al Tribunale di Torino n. 439 del 07 novembre 2016
Direttore Giovanni Bertuccio



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