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ORIGINI                                                                    ARTE                                                                    LA DEA | UNA E TRINA

2/4/2025

 
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Statua di Ecate, III secolo d.c.
La forma femminile, così diffusamente rappresentata, rifletteva la centralità delle donne nelle culture antiche. Le immagini della Dea, come si è cercato di spiegare fin ora, esprimevano i tratti salienti dei cicli naturali: la nascita, la morte e la rigenerazione. Questi erano associati alle tre fasi della Luna e le dee lunari anche se molteplici, in realtà sono sempre una.

Una e trina a formare l'originaria triade sacra. La storia della loro vita, i loro attributi e le loro caratteristiche variano pochissimo, infatti, di civiltà in civiltà e rappresentano sempre l'ideale della Grande Madre che regna suprema insieme a suo figlio, il quale era anche il suo amante. Non a caso la Dea col bambino è una delle immagine più inflazionate della storia dell'arte, nei secoli ha sempre rappresentato simbolicamente il grembo, Madre Terra, che genere e accoglie la vita. Che la nutre e protegge anche dopo la nascita.

Esaminiamo adesso i tre aspetti della Dea e il loro significati legati al femminile.
​

La Dea della Nascita
​LUNA CRESCENTE


Raffigurata mettendo in risalto le parti del corpo connesse con la fertilità, in questa versione la Dea portava le mani poggiate sui seni o sul ventre, proprio a mettere in evidenza la parte che nutre e accoglie la vita durante i primi mesi. Considerata portatrice di vita, di fertilità e di prosperità per le persone, gli animali e la vegetazione, la Dea giovane era protettrice del parto e degli infanti. I simboli che le venivano associati in questa versione, sono quelli propri della datrice di vita: reti, labirinti, spirali e triangoli, rappresentano i suoi seni, gli occhi, la bocca, la vulva (il triangolo è un chiaro riferimento al pube). Tutti elementi che gli uomini antichi conoscevano e riconoscevano e immediatamente collegavano alla fase di luna crescente.

Rappresentata come una giovane donna che si muove nel mondo senza ancora una meta precisa, incarna il principio della potenzialità di qualcosa che ancora non si è manifestato nella sua pienezza. Prediligendo la natura selvaggia e i luoghi incontaminati questa la Dea giovane è la personificazione dello spirito femminile indipendente, un modello di donna che vive a stretto contatto con la natura e i suoi ritmi.

Nel periodo in cui Matriarcato e Patriarcato convivevano, La Dea giovane, ancora nella società greca e poi romana, era rappresentata da Artemide, chiamata poi Diana dai romani. Dea vergine (senza marito) che vive con le ninfe nel bosco, a caccia della propria identità. Come Dea vergine, Artemide era immune dall'innamoramento, e nel racconto simbolico della sua vita, non venne rapita o violentata, come altre sue sorelle, e non fu mai parte della coppia marito/moglie. La Dea giovane è "una in sé stessa" e, in quanto essere completo, non apparterà mai a nessun uomo.

la dea della morte
​luna piena


​Raffigurata dal colore bianco e il più delle volte scolpita nell'osso o nell'avorio, la Dea della Morte era rappresentata con una postura rigida e con gli occhi grandi e rotondi, a ricordare gli uccelli rapaci. E per questo disponeva di ali, aperte, con al loro interno i simboli del movimento, come il labirinto o la spirale, ma anche, in accordo con la prima versione della Dea, triangoli, forme a clessidra o a rete. Il volto veniva rappresentato di solito con la testa della civetta, uccello che accompagnerà nel tempo alcune delle più rilevanti Dee oscure e, inseguito, le streghe delle culture europee: Morrigan, Regana, Baba Yaga, Lamia, Ana e Anat.

Selene è la divinità lunare che meglio di ogni altra rappresenta la fase della luna piena, il momento in cui l'astro culmina la luminosità lunare iniziando il suo percorso di riduzione. In questo caso il rapporto col Sole inizia ad essere più significativo che in quello di Artemide. Elios, il dio del sole, è simbolo, infatti, sia di fratellanza (è suo fratello) che dell'amore sensuale (è anche il suo amante) e Selene, vivendo adesso questo aspetto della vita, a simboleggia la donna adulta.

Secondo il mito, Elios, il sole, ogni sera aspettava Selene, la Luna per giacere con lei sull'Oceano. Per venticinque giorni, i due fratelli amanti, si univano, mentre negli ultimi tre giorni, quelli del novilunio, quando la Luna non è visibile, Selene, all'insaputa di Elios, lo 'tradisce' col suo amante Endimione. Il termine Endimione significa colui che dimora dentro e Selene, sopraffatta dal desiderio di scoprire l'altro, se ne innamora. ​

Qui la Dea è adulta ma non dimentica la sua parte giovane e indipendente. Il suo essere completa la spinge in questo momento della sua esistenza ad interessarsi all'alterità, magari a volere un rapporto di coppia, ma senza mai perdere la sua passionalità nei confronti della vita, il suo lato selvaggio. Ecco perché pur riuscendo ad amare non smette di amare ciò che dimora al suo interno, non cadendo vittima dell'annientamento personale insito, spesso, in una coppia uomo/donna.
​

La Dea della Rigenerazione
​luna calante


Gli Antichi pensavano che ogni volta che la Luna diventava invisibile in realtà stesse attraversando il mondo degli Inferi. Soggiogata o inghiottita da una potenza oscura ed invisibile, per loro, questa fase lunare rappresentava la potenza della distruzione e della morte. La vita, secondo le civiltà antiche, era un'energia in continuo movimento e trasformazione, e alla nascita e alla morte aggiungevano una terza tappa nel ciclo vitale: la rigenerazione.

Qui la Dea rappresenta la donna anziana, la vegliarda e i simboli associati sono l'uovo - che ancora oggi viene associato al momento della rinascita – le spirali, i serpenti, le mezzelune e motivi vegetali. L'uovo inoltre svolgeva un ruolo importante anche nella festività dei morti ed era inserito come offerta nelle tombe per stimolarne la rigenerazione.
 
Ecate è la divinità lunare che da sempre rappresenta la fase di Luna calante, e suo era il compito di prendersi cura di coloro che dovevano affrontare il rito di passaggio tra il mondo supero e il mondo infero per facilitarne la rinascita in un mondo nuovo. I riti della Dea della rigenerazione avvenivano di notte e come Regina dei fantasmi, la vegliarda si muoveva nell'oscurità seguita da spiriti e cani latranti, e come Dea Triforme del Crocicchio si divertiva a mandare i viandanti fuori strada.

Creatrice di tempeste e capace di intervenire sul mondo esterno quanto su quello interno, il questa versione, di donna ormai divenuta consapevole della natura umana, la Dea era ritenuta la responsabile della pazzia, delle visioni, delle ispirazioni e della magia. A lei appartenevano in modo particolare la magia connessa con l'amore, la metamorfosi, e i pharmaka, la medicina primitiva fatta di sostanze "magiche", potentemente guaritrici o distruttrici a seconda della loro intima conoscenza.

gb


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ORGINI | ARTE | LA GRANDE MADRE
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ORIGINI | ARTE | I SIMBOLI DELLA DEA #1

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